29-10-2007
BLUE BIRDS REFUSE TO FLY
"Xenomorph Angel"
(Decadance/Audioglobe)
Time: (52:19)
Rating : 7
Tempo di rinnovamento in casa dei greci Blue Birds Refuse To Fly: per la terza prova sulla lunga distanza il leader Kyriakos Poursanides ha infatti ricostruito attorno a sé la band, dapprima mettendo da parte il singer George Dedes (frontman dei gotici The Illusion Fades) e sostituendolo con la nuova cantante Eva K., e poi reclutando attivamente quel George Priniotakis che già produsse (contribuendo anche ad alcune parti strumentali) il precedente e non proprio riuscito "Anapteroma" del 2004. Con questa cospicua iniezione di linfa vitale il sound del trio ellenico prende nuove interessanti direzioni, spostando definitivamente il tiro verso un technopop spesso capace di soluzioni intriganti e variazioni apprezzabili. L'opera parte molto bene con "Crashed", buon esercizio di stile a base di atmosfere oscure e vellutate in stile Delerium che prende piacevolmente ritmo e convince, così come centra l'obiettivo anche la title-track, autentica hit che poggia sulle malizie techno degli arrangiamenti vocali e su di un refrain decisamente efficace. Qualche nota negativa ci giunge da episodi poco riusciti come la pompata e melodica "Burning" (eccessivamente easy e con un refrain degno delle discoteche di Ibiza), l'altrettanto pompata ma inoffensiva "Lovewar" (in cui la chitarra serve davvero a poco) e la stucchevole "Das Märchen" (per cui la scelta della lingua tedesca si rivela inadeguata), ma fortunatamente si tratta di soli tre momenti in un intero disco. I Nostri, infatti, si dimostrano capaci di un songwriting piuttosto completo e di buona fattura grazie alle varie "Want You There For Me" (immaginate i Chandeen più 'pop', aggiungete una fisarmonica ed ampie dosi di melassa...), "Oxygen" (ancora lo spettro dei Delerium su di una hit melodica e dalle trame interessanti), "Monographic" (molto 'easy', ma con un refrain di stampo pop davvero azzeccato), "Reisen" (più solida e cupa grazie a certe interessanti soluzioni ed atmosfere), "H.e.a.t." (una scheggia acida e nervosa su cui lavorare per il futuro) e la conclusiva "Elegy" (avvolgente electro-ballad in odore di IDM). Sebbene il 'nuovo corso' per i Blue Birds Refuse To Fly sia appena cominciato e la strada per l'eccellenza sia ancora lunga, con questa terza prova il trio ellenico dimostra di possedere le malizie giuste per riuscire a costruire canzoni intriganti senza inciampare più del lecito, e se questa line-up sarà in grado di cementare a dovere la propria coesione interna, allora potremo davvero aspettarci qualcosa di più di un semplice disco di godibile technopop female-fronted. I risultati sin qui raggiunti, comunque, lasciano ben sperare: staremo a vedere...
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.decadancerecords.it/bluebirds/
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