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Room 101

05-01-2019

MASTER MARGHERITA

"Border 50"

Cover MASTER MARGHERITA

(Ultimae Records)

Time: CD (77:06)

Rating : 7.5

La creatura sonora dello svizzero Moreno Antognini approda alla corte della Ultimae Records, eccelsa ed inappuntabile label francese che accoglie nel proprio roster un musicista particolarmente attivo per tutto il nuovo millennio, con alle spalle oltre trenta uscite fra supporti fisici e release digitali. Un nome che si è ritagliato uno spazio importante nel vastissimo panorama dell'elettronica più ambientale e tenue, ma che guarda apertamene ad icone particolarmente poliedriche come Pink Floyd, Biosphere, Miles Davis o Bill Laswell, così come a certo stoner rock o al doom jazz (ed a certi periodi di Steve Roach, aggiungeremmo noi). Come suggeriscono le note ufficiali, "tutti noi abbiamo desiderato o sognato di esplorare terre lontane o immaginarie", e "Border 50", racchiuso in uno splendido digipack a sei pannelli completo di ampio booklet fotografico (nonché disponibile in formato download nella massima qualità a 24bit), trasforma in suono tale concetto attraverso le sue linee morbide e le sue melodie tenui ma ben presenti, creando una sorta di soundtrack per viaggi interiori che si spinge fino ai confini della kosmische musik più cinematica. La placida morbidezza delle effusioni ambientali e dei ricami melodici si dipana in tutta la sua avvolgente beltà filmica in momenti come "Eight Degrees South", "Geophilous" (registrata live assieme ad Awakening Sessions), le cosmiche "Kivalina" e "Cosmogram" e la più lineare "Extending Downwards", così come nelle due parti di "Alternate Pathway": più scura nei riflessi la prima, più melodiosa la seconda. Ma Antognini non manca di innestare anche i pattern ritmici giusti, mimando le dinamiche interiori dell'osservazione dall'alto di aree particolarmente vaste, come nella desertica "Shruti One", in cui il ritmo è sì tenue ma pulsante, o in "Lowland Areas", dove il beatwork emula suoni più organici fra melodie suadenti e riflessi penetranti, o ancora nell'ottima title-track, in cui l'elettronica si fa più sinuosa ed intensa nel battito. Un sound raffinato dal taglio fortemente didascalico, mirabilmente congegnato a livello di produzione ed idealmente perfetto per accompagnare immagini, così come per chiudere gli occhi e sognare di esplorare quei mondi - remoti o immaginari - che l'opera intende evocare, riuscendovi benissimo.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

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