22-10-2018
BLACK TAPE FOR A BLUE GIRL
"To Touch The Milky Way"
(Projekt)
Time: CD (43:03)
Rating : 8
Dopo un'intensa campagna di finanziamento via Kickstarter, finalmente il dodicesimo studio-album della storica creatura di Sam Rosenthal diviene realtà in due formati: quello in CD (un digipack completo di booklet), limitato a 1000 copie, e quello in vinile, realizzato in 300 esemplari. A poco più di due anni di distanza dal precedente "These Fleeting Moments", Sam prosegue nel suo viaggio a ritroso verso il classico sound che ha contraddistinto molti dei lavori migliori dell'act statunitense (si pensi a titoli come "Mesmerized By The Sirens", "A Chaos Of Desire", "This Lush Garden Within" etc.), come sempre coadiuvato da musicisti di grande spessore per dare corpo alle proprie idee. Fra questi, oltre a quel Brian Viglione ormai da tempo in formazione, ritroviamo sodali entrati solo recentemente nel giro dei BTFABG come il violista Nick Shadow e, soprattutto, le due splendide voci protagoniste, Danielle Herrera e Michael Plaster, quest'ultimo indimenticato fautore delle gesta di Soul Whirling Somewhere. Con tale line-up, Sam dà vita ad un lavoro che non manca di affondare le radici in quella darkwave che egli stesso ha contribuito a plasmare, ma che spinge con rinnovata forza verso un intimismo dai contorni atmosferici, eterei e finanche solenni, ben evocato dall'impossibilità fisica di "toccare la Via Lattea", come il titolo suggerisce. "I Close My Eyes And Watch The Galaxy Turning" apre le danze con la sua drammatica enfasi para-sinfonica, ben supportata dall'emozionante vocalità di Michael, laddove "Does Anything Remain?" trasla la drammaticità verso un'ottica più passionale, anche grazie alla prova di Danielle. Se spetta al piano guidare "In My Memories", tocca invece all'intreccio chitarristico trasportare verso lidi puramente darkwave "The Stars", carezzevole gioiello che, assieme alla più ariosa, intensa e d'ampio respiro "All Of The Things I Wanted" (magistralmente interpretata da Michael ed unico frangente dotato di un vero e proprio drumming), si erge quale picco dell'opera. Ancora ottima Danielle nell'accorata fusione di synth e viola in "On Some Faraway Beach", mentre il finale è appannaggio di Michael nella title-track, punto di maggior tensione di un disco che regala autentiche emozioni. Appare quasi pleonastico ricordare quale autentico punto fermo siano i BTFABG nel panorama darkwave, e tuttavia sottolineare come quello in esame sia un ritorno degno delle cose migliori espresse da Sam e soci in oltre trent'anni di onoratissima carriera ci appare come un dovere morale al quale giammai potremmo sottrarci.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.blacktapeforabluegirl.com/