27-09-2018
CONNECT.OHM
"9980"
(Ultimae Records)
Time: CD (73:31)
Rating : 8
Nato dall'unione d'intenti tra il francese Alexandre Scheffer ed il giapponese Hidetoshi Koizumi, meglio noti rispettivamente per act di grande spessore come Cell ed Hybrid Leisureland, il progetto Connect.Ohm esordiva per la francese Ultimae nell'ottobre del 2012 con l'album in esame, che la stessa label transalpina ha ora ristampato in forma rimasterizzata e con un artwork completamente rinnovato, come si evince dal lussuoso digipack a sei pannelli completo di ampio e magnifico booklet. Se nel 2012 vi erano state sia l'edizione in CD che quella in digitale, stavolta l'album è reso disponibile anche nel formato in doppio LP e nella versione download a 24bit, a testimonianza di come alla Ultimae tengano in grande considerazione questa uscita, in cui i due esperti sound designer hanno saputo fondere al meglio le proprie prerogative. Come moltissime altre release dell'inappuntabile etichetta d'oltralpe, anche "9980" scorre piacevolmente come un unico grande flusso sonoro in cui la raffinatezza downtempo si dipana attraverso melodie sottili ma sempre squisitamente avvolgenti, fra ritmiche giostrate con enorme classe e dettagli di altissima qualità, esaltati oltremodo dalla sapiente opera di rimasterizzazione firmata dal padrone di casa Vincent Villuis (Aes Dana). Un flusso che scorre perfettamente e senza alcuna forzatura, accarezzando e deliziando l'apparato uditivo dell'audiofilo più attento ed esigente in tutti e nove i frammenti in cui è diviso, sempre all'insegna di quella massima qualità ad ogni livello che è prerogativa di molti degli act di casa Ultimae, marchio che è divenuto un vero e proprio faro per la scena di riferimento. Chi conosce bene il livello delle uscite della label di Lione sa altrettanto bene che anche quest'album non può mancare ad una collezione che si rispetti, ma il consiglio è quello di farsi avanti senza timori anche per quegli eventuali curiosi affascinati dall'elettronica più suadente e carezzevole: impossibile rimanere delusi.
Roberto Alessandro Filippozzi
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