10-05-2018
ERIK WØLLO
"Threshold Point"
(Projekt)
Time: CD (60:39)
Rating : 7
Il compositore norvegese si conferma particolarmente prolifico nella sua produzione discografica, approdando al suo 23esimo album a soli 14 mesi dal mastodontico doppio full-length "Different Spaces", dopo che nel febbraio scorso era uscito il lavoro a quattro mani con Ian Boddy "Meridian". Se "Different Spaces" era dedicato alla memoria della sorella del musicista scandinavo, "Threshold Point" - confezionato in un essenziale digipack e limitato a 500 esemplari - è stato concepito durante l'aggravarsi delle condizioni che hanno portato la donna alla morte, nell'appartamento accanto, e quindi non sorprende che in esso i toni siano più dimessi e spesso minimali, oltre che intimi. Un lavoro che parla di trasformazione, dell'attraversare una soglia per passare da una forma all'altra, espletato attraverso le ben note dinamiche compositive che hanno definito negli anni il suono del Nostro: sottili linee ambientali e droniche su cui si innestano ritmiche educate di stampo downtempo ("Traverse", una "Route Diverge" sporcata da riverberi polverosi sullo sfondo, la più esotica title-track, "Hidden Path" ed il suo piano, protagonista fra glitch e percussioni, e la conclusiva "Bridge Crossing", esemplificativa del più tipico Wøllo-sound), in una serie di lenti ma inesorabili crescendo elevati da luminose melodie, costruite con poche ma efficaci note. Il maggior intimismo viene ben incarnato dagli episodi dal taglio più ambientale, come l'iniziale "Behind The Clouds", l'eterea "Arches", la rugginosa "Ravel Peak" ed una "Eon" che enfatizza il gioco di luci ed ombre proprio di un minimalismo sospeso, leit-motiv di un lavoro che spinge sul piano emozionale senza bisogno di reinventare le linee guida di uno stile inconfondibile. Fra le opere più emotive e meno didascaliche del longevo artista scandinavo, vero e proprio punto di riferimento di una scena avara di reali e plausibili 'mostri sacri'.
Roberto Alessandro Filippozzi