11-09-2017
PORN
"The Ogre Inside"
(Les Disques Rubicon/Echozone)
Time: CD (51:14)
Rating : 7.5
L'arcinota regola non scritta secondo la quale nella maggior parte dei casi una band raggiunge la piena maturità artistica col terzo full-length è pienamente confermata dal ritorno dei Porn, trio francese (che dal vivo si allarga a quintetto) fondato nel '99 che si riaffaccia sul mercato sei anni dopo il valido "From The Void To The Infinite" (attesa intervallata solo dall'estemporaneo album di cover e remix "Deconstruct" di due anni fa). Il combo guidato dal frontman Philippe Deschemin - il quale pochi mesi fa ha esordito col side-project An Erotic End Of Times - rinvigorisce drasticamente la propria formula industrial-rock inizialmente devota a calibri come KMFDM, Zeromancer etc., lasciandosi alle spalle certe tentazioni commercia(bi)li ed iniettando massicce dosi di solidità metallica alla maniera dei Fields Of The Nephilim di "Mourning Sun", indirizzando il songwriting verso umori più scuri, intensi e carichi di pathos grazie ad una serie di arrangiamenti di alta qualità che non hanno timore di abbracciare soluzioni goth ed electro. Una formula molto più completa ed affascinante che vola sulle ali di una scrittura impeccabile e carica di sentimento, in cui la possanza delle chitarre, la cura dei cantati e l'intensità dell'intreccio si rivelano armi di grande efficacia per un gruppo a cui non interessa più ammiccare in alcun senso. Non uno dei nove brani in scaletta risulta fuori posto e/o mostra la corda, dalla rocciosa e tonante opener "Sunset Of Cruelty" (il pezzo che più si avvicina agli ultimi Fields Of The Nephilim, scelto come singolo pre-album) all'intensa e sofferta title-track conclusiva. Variegato e ricco di squisiti dettagli (frutto di una produzione d'alto livello), l'album - confezionato in un bel digipack completo di booklet - ha i numeri giusti per soddisfare i palati più fini fra i seguaci del settore: dal potenziale singolo "She Holds My Will" alla sofferta durezza di momenti come "Nothing But The Blood" (carica di pathos), la cadenzata "May Be The Last Time" ed una "You Will Be The Death Of Me" anch'essa debitrice della band di Carl McCoy, passando per la solidità meno metallica di "Close The Window" e l'impatto di una "Heavy Is The Crown" forte di un refrain di ampio respiro, fino all'intensità espressiva di una "Death Does Not Last Forever" meno dura ma capace di inasprirsi all'altezza del ritornello. Quello compiuto dai Porn è un giro di boa importante, segnato da un'opera di classe, sentimento e forza che lascia presagire un futuro roseo per i suoi protagonisti, ormai pronti per più alti e significativi traguardi, e rendergliene pieno merito è il minimo che si possa fare. Un gran bel ritorno.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://porntheband.bandcamp.com/