11-05-2017
EIRIKURA
"Reflection Of A Higher Realm"
(Wrotycz Records)
Time: CD (51:56)
Rating : 7.5
Nel recensire l'ultima fatica dei Romowe Rikoito avevamo accennato al fatto che il suo prolifico leader e mastermind Alexey Popov, dopo i notevoli riscontri ottenuti coi Sunset Wings ed il debutto degli Austras Laiwan, fosse in procinto di esordire anche col nuovo progetto Eirikura. Proprio come i Sunset Wings ed Austras Laiwan, anche il nuovo act trova asilo presso l'ottima Wrotycz, che ne pubblica l'album d'esordio in un gradevole digipack completo di booklet. Questa nuova avventura del polistrumentista e compositore di Königsberg nasce dalla volontà di far incontrare musica e poesia, riunendo per tale nobile scopo musicisti già al fianco di Alexey nei tre act di cui sopra assieme alla poetessa irlandese Johanna Doyle, per un totale di ben venti persone coinvolte nella realizzazione dell'album. Alexey sfrutta anche stavolta l'ampio collettivo di musicisti prussiani a lui vicini per dar vita ad un suono sempre profondamene legato al folk acustico dai risvolti sinfonici, ma ancor più carico di pathos in virtù del suo legame indissolubile con l'arte poetica. A supporto di Alexey, autore delle musiche ed impegnato con chitarre, cetra, salterio ad arco, melodica, glockenspiel, voce, elettronica e percussioni varie, troviamo una pletora di strumenti quali violino, viola, violoncello, oboe, flauto, piano, tromba etc., suonati dai rispettivi esecutori per completare il quadro assieme alla voce narrante della Doyle, che ovviamente è anche la curatrice dei testi. Ne scaturisce un quadro sonoro ricco di sfaccettature, raffinato nella forma come nelle esecuzioni, carico di una dolcezza rara e munifico in fatto d'intrecci melodici che mirano dritto al cuore, fra delicato intimismo e sontuosa intensità espressiva. Un'opera che scorre molto bene fra spoken words che elevano l'enfasi poetica (l'iniziale title-track, ripresa anche in chiusura, e frangenti quali "Dance Into Images" e "Like An Out-dated Pre-Raphaelite") e la fiera epicità di imprinting neofolk della tromba di Alexey Stepuchev (la corale "Wassara", la sontuosa "Eirikura" e l'intensa "Today's Eulogy"), così come fra momenti capaci di superare le strutture folk (la sognante "Flowers") ed attimi di intima dolcezza (la triste "Oh, Roses For The Flush Of Youth", una "Fornocht Do Chonac Thú" che evolve verso afflati più sontuosi e la più immediata "Gerds"). Bene anche la luminosa e sfuggente "Annabelle Blue", dettata da un violino davvero ispirato, mentre il nome dei Romowe Rikoito echeggia col remix della loro "Ramawas Warta", song che chiudeva il recente "Nawamar" e che in questa sua nuova forma non sfigura nel contesto in cui viene inclusa. Se è vero che nei suoi progetti Alexey non si allontana mai dalle radici folk e sinfoniche a lui tanto care, è altresì vero che ognuno di essi è forte di una propria personalità che lo distingue dagli altri e, soprattutto, dalla massa. Gli estimatori degli act guidati dal Nostro andranno quindi sul sicuro anche con Eirikura, potendo contare sul marchio di qualità che l'eccelso compositore russo riesce ad imprimere ogni volta e con rinnovata forza.
Roberto Alessandro Filippozzi