29-04-2017
[:SITD:]
"Trauma:Ritual"
(Scanner)
Time: CD 1 (56:30); CD 2 (29:56)
Rating : 7.5
Passati dalla Accession Records alla Scanner (avvicendamento logico, dal momento che quest'ultima è gestita proprio dal tastierista Francesco D'Angelo) già due anni e mezzo fa in occasione dell'uscita di "Dunkelziffer", i tedeschi [:SITD:] tornano col settimo album della loro ormai ultraventennale carriera. Prodotto in più versioni (CD, vinile e digitale), fra cui un sontuoso doppio digipack a sei pannelli completo di bonus-CD, "Trauma:Ritual" prosegue nel solco tracciato lungo due decadi dal trio della Ruhr, che negli anni - soprattutto dal 2009 in poi con l'uscita di "Rot" - ha saputo affinare le proprie abilità sia a livello tecnico che di scrittura, fino a diventare con merito uno dei nomi di punta della scena EBM di stampo 'harsh'. Nella nuova fatica, anche stavolta ottimamente prodotta, i tre non mettono in campo grosse varianti, preferendo concentrare i propri sforzi nell'efficacia di un risultato finale che brilla per solidità e compattezza. La predilezione per i tempi medi appare evidente già dall'opener "Puls:schlag", anthemica song che ospita Dennis Schober dei Solitary Experiments alla voce nel refrain, e che mette subito in chiaro quale sia la formula: muscoli e possanza, ma anche melodie che si stampano in testa all'istante, in un mix bilanciato e di classe. I mid-tempos del combo si susseguono con la giusta incisività ed un groove sempre ottimale: dalla hit "Genesis" (scelta per il primo videoclip) alla sofferta "Brother Death" (traccia che dà il titolo all'EP pre-album dello scorso ottobre), passando per la rocciosa "Mundlos" ed una "Walls Have Eyes" mirabilmente arrangiata. I Nostri, formalmente impeccabili nello stile forgiato in tanti anni di esperienza, colpiscono nel segno anche quando i bpm aumentano i giri, come nel caso di autentiche dancefloor-smasher quali la tagliente "Cicatrix", la potente ed incalzante "Companion" (cantata dal tastierista Thomas Lesczenski con voce 'clean', in contrapposizione allo stile più tipicamente 'harsh' di un Carsten Jacek che negli anni ha ben affinato le proprie armi) ed una scheggia serrata come "Zenit". In mezzo a tanta forza d'urto spicca per carisma e pathos "Elegie", mentre lo strumentale "Post-Factual Age", aperto dal sample di Donald Trump a proposito del celeberrimo muro, si impone per la sua poderosa verve. Il bonus-CD consta di sei tracce, fra cui la 'single version' di "Genesis", la 'club version' di "Puls:schlag" (in vero non 'pompata' a sufficienza) e la 'extended version' di "Incendium" (dall'EP "Brother Death"); tre i remix, di cui due per "Mundlos", con la rilettura firmata da Short And Crunch decisamente più interessante di quella curata dagli Intent:Outtake, mentre Aesthetic Perfection rivede "Brother Death" con buoni guizzi creativi. Un ritorno assolutamente degno della fama di un act che continua a garantire qualità e consistenza ad ogni nuova uscita, rinsaldando costantemente la propria posizione di spicco nella scena.
Roberto Alessandro Filippozzi