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Room 102

05-04-2017

SAMHAIN

"One Minute To Twelve"

Cover SAMHAIN

(Aliens Production)

Time: CD (69:26)

Rating : 8

La scena che seguiamo con tanta passione ci ha visti occuparci in parecchie occasioni di progetti con discografie a dir poco rarefatte, frastagliate o dilatate nel tempo, ed il trio slovacco in esame rientra a pieno titolo in tale sottoinsieme: fondato nel lontano 1996, esso ha infatti esordito solo nel settembre del 2008 col valido "Violent Identity", e sempre sotto l'egida della connazionale Aliens Production torna soltanto ora con l'atteso secondo full-length. Tuttavia, come in molti altri casi analoghi, la lunga pausa non ha affatto minato quelle solide basi gettate dai Samhain col suddetto debut, ed anzi, appare doveroso evidenziare fin da subito come i tre slovacchi si ripresentino in splendida forma. "One Minute To Twelve", realizzato in jewel-case nella consueta tiratura di 333 copie (con le prime 50 corredate da un bonus-CDr contenente inediti e remix e da un poster A4), è infatti un lavoro di rara solidità, completezza, forza, classe e maturità - oltre che mirabilmente prodotto - che supera agilmente i già brillanti risultati conseguiti col debut e convince dalla prima all'ultima traccia, inserendosi a pieno titolo fra le cose migliori realizzate dalla label slovacca al fianco dei dischi di act di prima fascia come Disharmony, Frontier Guards e Polygon. Le ottime intuizioni a cavallo fra IDM, electro-industrial, glitch, ambient e downtempo del fortunato esordio prendono una piega ancor più scura, industriale ed incisiva, come l'inquieto noise dell'introduttiva "Startgame" mette subito in chiaro, sebbene certe vocals di stampo 'harsh' siano state accantonate. L'album trasuda tensione, ben svelata da momenti quali la serpeggiante "Democracy" e da una "Islam Perversity" che adatta magistralmente certi ovvi esotismi al contesto di un'opera fondata sull'elettronica più atmosferica ed apocalittica. Fra melodie ipnotiche e mirabili crescendo d'intensità, il dischetto regala momenti di coinvolgente nervosismo come l'oscura e velenosa "Great Country", l'ossessiva ed inquieta "Horror Madness" e la più muscolare "Stoning", splendidi esempi di come il pathos raggiunga vette cinematiche di assoluto rilievo senza rinunciare ad una forza d'urto che brilla per efficacia e groove, anche quando l'apporto melodico pare prendere il sopravvento ("Population", "Axis Of Evil" e la conclusiva "Endgame"). Bene anche la solida IDM di "Six Angels" e la 'tempesta cosmica' di "Industry", per un lavoro privo del benché minimo cedimento che splende di luce propria, e che senza alcun dubbio entusiasmerà ogni sincero amante dell'elettronica più scura, intelligente, ricercata e suggestiva.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

https://www.facebook.com/Samhain-music-1072520006194485/

http://www.label.aliens.sk/