18-03-2017
LOEWENHERTZ
"Echtzeit"
(Echozone)
Time: CD (49:43)
Rating : 7
Il duo tedesco aveva esordito poco meno di tre anni fa con "Irgendwo In Deutschland", album all'insegna di un synth/electropop che mancava della giusta incisività, oltre che di una congrua dose di personalità. Bene hanno fatto Andreas Scherer ed Alexander Pfahler a prendersi il tempo necessario per lavorare con calma ad un ritorno molto più riuscito, maturo ed equilibrato quale si rivela essere "Echtzeit", anticipato da due buoni singoli come "Irgendwann" ed "Unsichtbar", qui posti in apertura ed esemplificativi di una costruzione più elegante, efficace e raffinata. Quella dei Loewenhertz è una crescita globale che va dalla produzione - molto più corposa ed esaltata dal mastering di Krischan Wesenberg dei Rotersand - al songwriting, ora più carismatico, scorrevole e ricco delle necessarie varianti, ed anche la prova vocale di Alexander si rivela determinante a suon di validi refrain e cantati oltremodo convincenti. Le influenze primarie sono sempre da ricercare più nel gotha del synthpop teutonico (Wolfsheim, De/Vision, Melotron, !distain...) che non nei soliti Depeche Mode, ma la compattezza del nuovo album e la crescente consapevolezza dei propri mezzi da parte del duo sono i chiari indicatori di un progetto che sta rapidamente conquistando punti a tutti i livelli, personalità in primis. La forza di "Eichzeit" sta in una scaletta ben allestita e priva di passaggi a vuoto, capace di buoni spunti drammatici (una "Gib Mir Noch Zeit" sofferta ma in grado di infiammarsi in chiave danceable) come di strutture nervose e tese ("It's Too Late"), passando per frangenti più ariosi ("Halt Mich") e cadenze più moderate (la wolfsheimiana "Wer Sind Wir"). Non manca il pathos, ben presente in momenti come l'elegante "Frei Sein" e la più dolce "Lights Of The Night", ed anche la tensione emotiva si fa sentire nella ritmata "Thunder", mentre "Winter Falls" brilla per intensità. Chiudono l'album due tracce bonus in linea col livello del restante materiale: "Spiritual Healing" pone l'accento sulla passionalità, mentre "Close Your Eyes" assume toni leggermente più scuri, senza però perdere di vista la raffinatezza melodica che contraddistingue la scrittura del duo. Pur senza stravolgere gli equilibri in seno alla scena synthpop, "Eichzeit" mostra di avere parecchio da offrire anche agli ascoltatori più navigati, evidenziando la rapida crescita di un act che ha i numeri necessari per alzare ancora l'asticella.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.loewenhertz-musik.de/