08-03-2017
7JK
"Ride The Solar Tide"
(Redroom)
Time: CD (44:50)
Rating : 8
Quattro anni e mezzo dopo averci positivamente colpiti con la sorprendente collaborazione che generò l'album "Anthems Flesh", il violinista britannico Matt Howden/Sieben ed i polacchi Job Karma replicano con "Ride The Solar Tide", follow-up che testimonia come tale progetto non fosse destinato ad un solo fugace passaggio. Stavolta però i due membri di Job Karma debbono essere stati discordi riguardo alla partecipazione, tant'è che al fianco del buon Matt vi è il solo Maciek Frett, mentre Aureliusz Pisarzewski ha scelto di non essere della partita. Una defezione tutto sommato relativa, visto che Matt e Maciek riescono comunque a ricreare sia l'alchimia che l'intensità che permeavano il primo lavoro anche senza il contributo di Aureliusz, sebbene stavolta venga inevitabilmente a mancare l'effetto-sorpresa. "Ride The Solar Tide", confezionato in un elegante digipack a sei pannelli (purtroppo privo di booklet e testi), è un lavoro di una bellezza meno immediata rispetto al suo predecessore, ma che riesce a sedurre con le medesime armi: anzitutto la voce di Matt, al solito appassionata ed intrisa di un lirismo poetico proprio degli artisti più sensibili, e poi il suo violino, le cui pennellate elettriche trascendono l'impostazione classica ora con fare stridente, ora con più leggiadria, cui si va a sommare l'elettronica di Maciek, ad ampio respiro ma fortemente legata alla vecchia scuola, nonché carica di un groove avvolgente e libera di andare oltre le facili catalogazioni. "Liftoff For 7JK" apre con le fattezze di un'ascesa verso il Sole (come il concept dell'album vuole suggerire), fra piano, samples, il violino stridente ed un agile battito elettronico, ma già dalla seguente "The Centre Of The Universe" i cantati di Matt spostano il baricentro verso lidi più suadenti, con le meccaniche cangianti di Maciek in grado di farsi ora più morbide ("Barry The Astonishing"), ora più spigolose ("Dark Energy"). In un lavoro assolutamente privo di cadute di tono e pienamente in grado di esprimere il livello di creatività ed il bagaglio d'esperienza dei suoi protagonisti, spiccano per qualità momenti di grande ispirazione come "Guidance Is Internal" (capace di soluzioni ritmiche creative e coinvolgenti), la potente e radiosa "Black Hole Entropy" e la più tesa e filmica "The Next Great Page Turn", quest'ultima in grado di far risaltare i propri tratti drammatici con tutta la classe ampiamente riconosciuta ai due musicisti. Sulla qualità messa in campo dai nomi coinvolti non vi erano né mai vi saranno dubbi, ma la vera notizia è che 7JK è un progetto con una sua stabilità, e non solamente un bagliore estemporaneo. Chi aveva apprezzato il debut, al pari di chi ammira l'operato di Sieben e/o dei Job Karma, non ha motivo di nutrire alcun dubbio circa l'acquisto.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://7jkmusic.bandcamp.com/