28-01-2017
GOLDEN APES
"MALVS"
(afmusic)
Time: CD (62:04)
Rating : 7.5
Due anni dopo la digressione in territori acustici "The Langsyne Litanies", cui era seguita a breve distanza la raccolta digitale autoprodotta "Des Dossiers De Mémoire", i berlinesi Golden Apes tornano con la nona prova sulla lunga distanza a quasi un ventennio dalla loro formazione. Il quintetto teutonico, che da sempre si è mosso agilmente a cavallo fra stilemi affini e contigui quali darkwave, goth-rock e post-punk, ha dimostrato negli anni di avere una marcia in più rispetto alla media del settore, rimanendo sì fedele ad una linea dura da oltrepassare senza strascichi, ma interpretando la lezione dei maestri con classe e non senza una buona dose di personalità, forte di una invidiabile compattezza d'insieme e di abilità strumentali rimarchevoli. Affinato il proprio sound album dopo album con grande cura e passione, i Nostri si sono ritagliati il giusto spazio nella scena, e con la nuova fatica possono ambire a rinsaldare la propria posizione nel panorama sonoro a tinte scure. "MALVS" è infatti un lavoro pienamente funzionale, completo e ricco di quegli spunti che hanno reso la proposta del gruppo ben più interessante di quella di molti colleghi, a partire da un'opener incisiva e sontuosa come "Cedars Of Salt", subito in grado di porre in evidenza un guitar-work tanto vibrante quanto raffinato. Il livello d'intensità e di passione profusa nella scrittura appare tangibile sia nei momenti di maggior impatto (l'energica "Ignorance", la più ritmata e ariosa "Grinding Mills" e la graffiante "Verity") che in quelli più appassionati (la più pacata "Halving Moons", una "Drown" echeggiante i Cure e "Shadowplay"), così come nella dolente "Occam's Razor", anche se la palma di miglior brano spetta senza alcun dubbio all'eccelsa "Missing", summa della classe e dell'eleganza strutturale proprie del combo, che per l'occasione si onora della partecipazione vocale dell'apprezzata Froxeanne dei torinesi The Frozen Autumn. Tanta carne al fuoco, e tutta di buona qualità, per uno dei nomi in grado di tenere alto il vessillo della miglior eredità dark/goth nel terzo millennio, oltre che di rappresentare una vera e propria certezza per gli appassionati di tali sonorità.
Roberto Alessandro Filippozzi