13-01-2017
CHAMAELEON
"Evil Is Good"
(Insane Records)
Time: CD (52:39)
Rating : 6
Uscito ormai un anno fa, "Evil Is Good" segna il ritorno del duo greco/russo dopo l'esordio "Sick / Perverted" del 2013. Realizzato in 500 copie numerate a mano nella lussuosa confezione digipack completa di booklet e slipcase (con una veste grafica a sfondo orientale), l'album fa segnare dei piccoli passi in avanti per quanto concerne sia la resa sonora che la costruzione dei brani, tuttavia fisiologici e lungi dal risultare decisivi. La formula, che di base rimane ben ancorata al filone aggrotech/harsh pur sfruttando le più classiche malizie techno/eurodance anni '90, si arricchisce in parte di nuovi elementi, a cominciare dalle vocals di Alex, sempre furibonde e dilanianti (alla maniera degli Alien Vampires, per intenderci) ma stavolta alternate ad un cantato pulito, come si evince da episodi quali la title-track, "Kill Yourself Again And Again" e soprattutto "Safe In The Dark", dove il 'clean singing' è protagonista. Il duo tende ad indugiare sin troppo su di una formula totalmente rivolta al dancefloor, funzionale nelle melodie ma sin troppo ripetitiva, e si devono attendere ben cinque tracce prima di udire qualcosa di vagamente differente, che nel caso specifico è una "Taught To Hate" meno concitata e più in linea con un piglio da club 'harsh'. Fortunatamente qualche variante, seppur timida, emerge dal calderone ribollente dei Nostri: "Suicide" è più cadenzata e sofferta, oltre che intensa (grazie anche alla presenza della chitarra) e capace di una certa enfasi drammatica prima dell'apprezzabile accelerazione finale, mentre "Forbidden", che vanta la buona prova vocale di Maria Xoniki, si distingue per una maggior qualità degli arrangiamenti e della costruzione, sempre club-friendly in chiave harsh. Chiudono l'opera un paio di remix, e se quello firmato dagli Amduscia (appartenenti a quella scena latina a cui i Chamaeleon guardano con rispetto, preferendola chiaramente a quella europea) per "Suppression" risulta meramente 'pompato', quello dei C-Lekktor per "Fall Apart" si dimostra invece più scattante e creativo. Sicuramente un ritorno sufficiente, specie per la cura del packaging ed il sound più rifinito, ma emerge chiara la necessità per il duo di osare ben più di così, implementando varianti più consistenti e decisive per raggiungere una congrua maturazione.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/chamaeleonproject