17-09-2007
ADE FENTON
"Artificial Perfect"
(Submission/Audioglobe)
Time: (41:55)
Rating : 6.5
Nonostante una nutritissima discografia passata (come ci dimostra la lunga lista di pubblicazioni inclusa sul sito ufficiale), abbiamo davvero poche notizie di questa one-man band di provenienza inglese, guidata dall'omonimo personaggio che si è avvalso nella terza traccia ("Healing") dell'ausilio in fase di songwriting di Gary Numan. Per tutto il resto parla la musica, che ci consegna una sorta di Nine Inch Nails in versione 'oscura', ma a tratti con una maggiore propensione verso lidi pop-oriented, come dimostra il buon refrain dell'opener "The Leather Sea", un passaggio che entra subito nelle orecchie per non uscirne di certo facilmente; segue a ruota la cadenzata "Truth", che nell'incipit ricorda praticamente "Closer" dei NIN (...e se due indizi fanno una prova, questo Ade Fenton non ha fatto altro che crescere a pane e Trent Reznor!). Purtroppo, sparate le prime tre-quattro cartucce di buona qualità (bene anche la pianistica "Everything Changes", cantata da una soave voce femminile), il nostro eroe finisce per restare senza munizioni, consegnandoci una seconda metà dell'album dai contenuti assai mediocri ("Recall" forse piacerà a chi ama le atmosfere dei Tool, ma è tutt'altro che indimenticabile...). Un peccato, perché nonostante alcune carenze in termini di originalità, qualche song di "Artificial Perfect" ci ha comunque affascinato, riportandoci indietro di una dozzina di anni ed anche più: il contorno però non ci ha convinto, come se fossimo davanti a qualcosa di valido solo per metà. Non c'è altro da aggiungere: questo disco è indicato esclusivamente agli amanti del cosiddetto 'industrial-rock' e delle sue contaminazioni, ma non aspettatevi il capolavoro...
Chemnitz