23-06-2016
RAPOON
"Seeds In The Tide Volume 04"
(Zoharum)
Time: CD 1 (75:53); CD 2 (45:22)
Rating : 7.5
La polacca Zoharum giunge alla pubblicazione del quarto capitolo della serie "Seeds In The Tide", collana di doppi CD firmati Rapoon tesa da un lato al recupero di tracce rare e di difficile reperibilità e dall'altra (almeno negli ultimi tre capitoli) al recupero di inediti live coevi. I brani del primo dischetto risalgono al periodo 2005-2007 e risultano assai diversi l'uno dall'altro, nonché a tratti distanti anche dal tipico stile di Storey. Il pezzo di maggior richiamo è l'iniziale suite di oltre 20 minuti "Seven Pillars Of Fire", edita originariamente in CDr in un'edizione di appena di 200 copie ad oggi assai richiesta. Nel relax di fondo vengono incastonati echi ambient, melodie sintetiche, estratti naturalistici, concretismi, oscurità e rimandi etnici, creando una sorta di summa che mette in mostra particolarità e garanzie qualitative del marchio Rapoon. Tra gli altri pezzi svettano l'accoppiata "Hosanna #2"-"Vertical Drift", pubblicata esclusivamente nella costosa limited edition dell'album "From Shadow Sleep": si tratti di brani contigui che con strutture minimali percorrono toni sacrali ed ipnotici di rara magia. Efficaci anche il mantra soft e sognante di "Plainsong", l'oscurità della traccia senza titolo estratta dalla raccolta "Antibothis" - arricchita dai sussurri e dalle parole di Christophe Demarthe (Clair Obscur) - e il tributo a Ligeti "Full Moon Eye" (uscito in origine solo in versione online), basato su un mix di dissonanze e armonie distante dal solito stile di Robin. Gli altri brani tendono ad attestarsi su uno sperimentalismo di marca più industriale che alterna i loop classici ("Hosanna") a toni gelidi e meccanizzati, con puntate verso l'ambient oscura. Chiude un'interessante remix di Xela (John Twells), anch'esso apparso su una compilation del periodo e dotato di un'affascinante mood post-rock che unisce giri acustici a sottofondi elettronici. Il secondo CD, occupato da un live al Rhiz di Vienna risalente al 2006, ci regala l'altra faccia di Rapoon: il suo lato oscuro, fatto di loop riflessivi e torbidi architettati in un'evoluzione sonora continua in cui si alternano strumenti, effetti e coralità accostati ad un silenzio sacrale che crea un'atmosfera intimista di rado frequentata dall'autore inglese. Eccellente resa audio per entrambi i dischetti e confezione di pregio in digipak massiccio a sei pannelli ricco di informazioni. La bellezza del live rende il quarto volume di "Seeds In The Tide" un acquisto obbligato anche per chi già possiede le tracce del primo CD.
Michele Viali