30-04-2016
SOULIMAGE
"The Whole Universe"
(Echozone)
Time: CD (60:42)
Rating : 7
Approdano al debutto sulla lunga distanza anche i Soulimage, quintetto tedesco di Ratisbona sul quale la sempre attivissima Echozone ha deciso di puntare dopo i buoni segnali ricevuti dall'EP "Generator" di un anno fa. Nato come solo-project di stampo electro del cantante Robert Eberl, l'act ha inevitabilmente assunto un carattere più organico e rock con l'ampliamento della formazione, come peraltro già dimostrato nel succitato EP. Il nuovo album, introdotto dal singolo digitale "Can You Feel Me", prosegue nel solco tracciato per un sound che l'etichetta inquadra come synth-rock, ma che non ha paura di spingersi ai confini di certo metallo gotico più evoluto (e d'altronde la band non nasconde di apprezzare le sonorità metal), alla stregua di quanto avevano fatto nei 90s gruppi del calibro di Secret Discovery e Dreadful Shadows. La chitarra di Burbn Rabenherz, più ruvida e graffiante che compressa, incide danzando sul confine fra rock e metal, supportata da arrangiamenti ricchi di elettronica e ben curati, il tutto a supporto di un cantante di buon livello come Robert, abile nelle strofe e sempre pronto a sfoderare un refrain convincente. I Soulimage sono gente preparata che conosce parecchie malizie, ed anche se la loro formula risulta tutt'altro che rivoluzionaria, dal songwriting di Eberl emergono buone cose come la suadente "Angel Heart", la più trascinante e già nota "Generator", la solida "Heaven Above", la macchinosa e fragorosamente elettrica "Isolation" e la cadenzata "My Machine", esempi di una scrittura capace di esprimere magnetismo e carisma in buone dosi, con diverse potenziali hit come carte da giocarsi. Fra la durezza di "Follow Me", la tristezza profusa da una ballad un po' accademica ma efficace come "Raining Blood" e le cadenze più lente della suadente "Change The World" non mancano quei 3-4 frangenti in cui il combo si ripete all'interno di una formula che prevede pochi rischi, ma sicuramente il potenziale per snellire il songwriting e mettere meglio a fuoco il tutto c'è, come dimostra il costrutto evidenziato in questo esordio. Un primo passo positivo per un gruppo capace e ben affiatato, in attesa di possibili buoni sviluppi.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.soulimage-music.de/