08-04-2016
ERIK WØLLO
"Echotides"
(Projekt)
Time: CD (46:12)
Rating : 6.5
Il biennio 2015-16 sembra essere un momento di risveglio di molti dei protagonisti della scena ambient. Dopo Steve Roach, ecco che anche Erik Wøllo, altro purosangue della scuderia di Sam Rosenthal, realizza un nuovo EP dal titolo evocativo di "Echotides". Il campione della chitarra trattata e dei paesaggi sconfinati torna con un lavoro di 7 pezzi, tutti rigorosamente senza titolo, a rimarcare l'assoluta centralità della musica come flusso di emozione, senza intermediazioni linguistiche. "Echotides" conferma quanto di buono ci aveva mostrato il precedente full-lenght "Blue Radiance": i caratteri sono sempre quelli della musica di Erik, ovvero synth e chitarra lavorata nei modi più disparati, che ogni volta però riescono a suscitare emozioni diverse. È così che nasce il primo brano, ipnotico con il suo massiccio muro di synth, mentre nel secondo pezzo si impone un suono di chitarra ben definito e melodico, ad alleggerire il medesimo e imponente wall of sound sintetico. Mentre la terza traccia rimanda ad echi di Tangerine Dream e atmosfere un po' più cupe, le due successive si aprono all'uso di sottili percussioni che ne aumentano il tasso ritmico: più esotica e diretta la numero quattro, più complessa la cinque. Solo nelle ultime due tracce le atmosfere tornano ad avvicinarsi all'ambient più classico, con una rarefazione dei suoni molto intrigante. Va detto che questo EP nulla aggiunge ma nemmeno nulla toglie a ciò che il compositore norvegese ha dimostrato in questi anni, diventando figura di riferimento per l'intera scena ambient. La sua voglia di sperimentare, il suo essere anticonvenzionale, ne fanno un musicista unico nel suo genere. "Echotides" è un ottimo lavoro che tuttavia non fornisce elementi di novità nel sound di Erik, e per questo è consigliabile a chi già conosce l'opera, fra l'altro vastissima, di questo valido sperimentatore del suono.
Ferruccio Filippi