30-11-2015
DJ HIDDEN
"Directive"
(Ad Noiseam/Hidden Tracks)
Time: CD (68:11)
Rating : 7.5
Una chiara svolta al proprio sound l'olandese Noël Wessels (impegnato in molti progetti, ma noto soprattutto per essere metà del superbo duo The Outside Agency) l'aveva già data due anni fa col precedente "Enclosed", lavoro estremamente più raffinato, versatile, intenso e creativo rispetto al dirompente "The Words Below" del 2009. In questo quarto full-length a firma DJ Hidden (cui si affianca una vastissima produzione di singoli ed EP, prevalentemente in vinile) il Nostro spinge ancor più avanti la sua ricerca sonora, forte di una produzione di livello superiore e di abilità tecniche in grado di fare scuola tra gli act d'area breakcore e drum'n'bass. Ne nasce un lavoro che se da un lato entusiasma per la qualità del suono e per il gran lavoro svolto fra melodie, ritmiche e campionamenti, dall'altro evidenzia un'audacia finanche eccessiva che prende le distanze (salvo sporadici passaggi) da quelle atmosfere più scure che avevano caratterizzato le precedenti prove. Noël si dimostra encomiabile nel suo tentativo - riuscito - di rileggere gli schemi ritmici della drum'n'bass e della breakcore in un'ottica più personale, originale e creativa, forte di un estro superiore, ma la fisicità di "Directive" risulta troppo ostinata nella ricerca della diversità ad ogni costo per poter eguagliare la 'capacità di fuoco' mostrata in passato. Echi hip-hop fanno capolino qua e là (la più ragionata "Poltergeist", la nervosa e tesa "Crowd Mover" ed una cervellotica "The Hour" con alla voce il 'prezzemolino' MC Coppa) in un lavoro ricco di varietà, groove e soluzioni che, però, non colpisce nel segno né come il suo splendidamente cinematico predecessore, né tanto meno come il deflagrante "The Words Below". Descritto come più vicino alla forma-canzone, l'album si lascia apprezzare più per il grande lavoro tecnico che vi è dietro che non per l'effettiva piacevolezza delle tracce, cedendo terreno sia nella parte muscolare che in quella melodica rispetto al passato. Pur col grande rispetto dovuto ad un artista capace di manipolare ritmi e melodie con siffatta maestria, l'impressione finale è che "Directive" piacerà più ai suoi colleghi musicisti ed agli amanti della ricercatezza nell'assemblaggio, mentre gli estimatori del progetto tenderanno a preferirgli le uscite precedenti. In ogni caso, a scanso di equivoci, un disco di alto livello come era lecito attendersi.
Roberto Alessandro Filippozzi