10-09-2015
FLORIAN GREY
"Gone"
(Echozone)
Time: CD (47:05)
Rating : 7.5
Dopo aver militato negli Eves End dal 2006 al 2011 ed aver suonato dal vivo con nomi del calibro di Tarja Turunen, Doro Pesch, Lacrimas Profundere, Saltatio Mortis etc., Florian Grey si è dedicato a sviluppare la propria carriera solista, forte delle proprie indiscusse capacità - specialmente vocali - e dell'esperienza maturata negli anni. "Gone", realizzato col prezioso ausilio del produttore (nonché frontman dei Lord Of The Lost) Chris Harms e del polistrumentista Björn Meindl, è l'esordio ufficiale per l'artista berlinese, che in questa nuova avventura è libero di spaziare fra le sue molteplici influenze e di concedersi, da amante della letteratura, anche momenti di poesia autografa come "Demons" e "Suffering", brevi frangenti d'atmosfera e spoken words ben inseriti nel contesto globale. Quel che più si apprezza di quest'opera prima è la professionalità e l'onestà con cui viene cesellato un suono 'dark' perfettamente a cavallo fra rock e pop, mai stucchevole o furbescamente ammiccante come altri preferiscono fare. Guidato dalla bella e versatile voce di Florian, l'album scorre benissimo fra squisiti arrangiamenti di natura sinfonica e/o elettronica, con chitarre incisive ma ben lontane dai rocciosi eccessi di certo gothic metal, sempre mostrando la giusta dose di classe, buon gusto melodico e carisma interpretativo. Il pathos scorre con estrema naturalezza sino a trovare il proprio culmine negli ottimi refrain che esaltano ogni singola traccia, che si tratti della graffiante "A Black Symphony", della più istrionica e teatrale "Once" o del soffuso atto finale incarnato dalla title-track, fra arrangiamenti impeccabili ed una sana intensità strutturale ed emotiva che non cede mai a facili tentazioni commerciali. "Gone", pur senza reinventare generi o stilemi, si rivela un debutto equilibrato, maturo e sincero, con tutto ciò che serve per sedurre quel pubblico più trasversale ed open-minded in grado di riconoscerne le indubbie qualità tecniche ed artistiche, oltre all'inappuntabile professionalità manifestata ad ogni livello. E l'impressione è che Florian abbia i numeri per fare ancor meglio, quindi il consiglio non può che essere quello di seguire gli sviluppi della carriera solista di questo capace artista tedesco, certi che difficilmente deluderà le aspettative.
Roberto Alessandro Filippozzi