10-09-2015
BYRON METCALF - STEVE ROACH - ROB THOMAS
"Monuments Of Ecstasy"
(Projekt)
Time: CD (66:09)
Rating : 7
Districarsi nella matassa di release fatte nel corso di quasi 35 anni di carriera da parte di Steve Roach è impresa quasi impossibile. Ciò che però contraddistingue la sua opera è la tendenza alle collaborazioni, da sempre scelte fra alcune delle migliori esperienze in ambito ambient. Da Robert Rich a Vidna Obmana, passando per Roger King e addirittura Robert Fripp, Roach ha sempre rinvigorito la propria arte e la propria ispirazione attingendo all'energia vitale dei suoi compagni di avventura. Non sfugge a tale regola "Monuments Of Ecstasy", nuova impresa nata dalla collaborazione con il polistrumentista americano Byron Metcalf e l'esperto di didgeridoo Rob Thomas. Già dall'niziale "Archaic Layers" si capisce che il filo conduttore è l'Australia e che i monumenti dell'estasi, di cui si parla nel titolo, non sono opere nate dall'ingegno umano, quanto piuttosto le rocce e le montagne plasmate dagli elementi naturali in secoli di storia. Ecco quindi che si fondono le armonie di strumenti antichi e moderni: le percussioni e il suono gorgogliante del didgeridoo fanno da sostegno alle labili strutture dei synth, così come avviene anche in "Molecules Of Momentum". Nel corso del programma ci sono anche momenti meno percussivi, un omaggio al passato di Roach come in "Primal Analog", in cui è l'introspezione a dettare i temi del pezzo. E poi c'è la title-track, massiccia e potente, ma anche leggera per via di una linea melodica appena accennata che le conferisce originalità. Questo disco potrebbe essere stato composto in mezzo al deserto australiano, con la Ayers Rock come sfondo, essendo questi i temi di ispirazione di un opera che si pone fra le migliori ultime uscite di Roach. Tuttavia nell'opera è forte la presenza compositiva di Metcalf, che non a caso compare come primo nome, il quale dà una nuova spinta alle idee visionarie del compagno. Una collaborazione proficua, già testata in altri lavori (su tutti l'ottimo "Tales From The Ultra Tribe"), che non mancherà in futuro di dare altri succulenti frutti.
Ferruccio Filippi