10-09-2015
KHOST
"Corrosive Shroud"
(Cold Spring)
Time: CD (55:08)
Rating : 6
Partiti con intenti prettamente doom-noise nell'album d'esordio "Copper Lock Hell" del 2014, il duo inglese Khost, formato da Andy Swan e Damian Bennett, tende pacatamente verso derive metal col nuovo "Corrosive Shroud". Rimane evidente la matrice doom fondata su masse tonali propulsive, ma laddove c'erano muri di rumore pulsante ora troviamo tonalità chitarristiche iper-effettate, battute da percussioni di evidente natura rock. L'onnipresente voce growl non fa che aumentare i collegamenti con certo metal (dal black al death), con minime variazioni garantite da linee vocali salmodianti già incontrate nel debut. La ricetta ripetuta per nove brani sfrutta fino all'osso riff riverberati su tonalità rozze e movimenti lenti scanditi da ritmiche cadenzate. L'atmosfera è ovviamente cupa ma anche imperiosa, tesa a saturare ogni minimo spazio disponibile: summa del disco è la traccia d'avvio "Avici", in cui vengono convogliati lo stile di fondo e buona parte delle idee funzionali alla base del lavoro. Minime variazioni intervengono solo nel finale con il brano "Bystander", dove la solita ritmica riesce ad assumere le fattezze di passi mossi nell'oscurità, con la voce ferina che sembra dar forma all'arrivo di un essere inquietante, o nella successiva "VMIH", fondata su una sezione ritmica scarna e spezzata, prossima a certi risultati nervosi del più recente Nine Inch Nails. Il remix conclusivo ad opera del DJ Hostage per "Avici" offre una rivisitazione in chiave industrial (nel senso più modaiolo del termine) del pezzo grazie all'inserimento di pattern secchi e schematici, ancora una volta debitori della scuola capitanata da Trent Reznor. Un disco nel complesso povero di idee in cui la poca carne al fuoco viene ripetuta fino allo sfinimento, attento alle esigenze di un pubblico (virtualmente) largo assetato di chitarroni urlanti e derive post-metallare. Un passo indietro per un progetto che sembrava poter ambire a ben altri obiettivi. Si rimane in attesa di segnali migliori.
Michele Viali
http://khostband.bandcamp.com/