18-08-2015
BASILISK
"Traumland"
(Echozone)
Time: (62:18)
Rating : 6.5
Terzo full-length in casa Echozone per il quartetto tedesco dei Basilisk, nome che può mandare in confusione visto il numero di band metal che lo utilizzano. In questo caso si parla della formazione dark metal proveniente da Donaueschingen ed in attività dal 1996, fautrice di un metal dall'andamento pesante e cadenzato coadiuvato da un largo utilizzo di synth che ne manipolano le altrimenti dure atmosfere basate sui riff, elemento che accresce l'impatto emozionale ed espressivo della formazione assieme a una voce che passa volentieri dal growl all'armonico. "Traumland", uscito a Giugno dell'anno corrente, non è che l'ultima tappa del percorso di una band oramai più che navigata e sicura di sé, che ha trovato la sue perfetta espressione musicale nelle atmosfere aggressivamente ponderate di un album che tratta di quel mondo a metà tra sogno e realtà. Così ad aprire sono i pesanti riff di "My Dying World", pezzo che già mette in luce l'importanza dei synth e della voce per andare oltre alla potenza espressiva delle cavalcate metal, donando all'insieme tratti più ricercati e malinconici. "Schattenreich" propone un piglio più gothic metal nel rapporto synth/chitarre, ma anche vorticosi riff thrash ed un assolo di organo sorprendentemente azzeccato. "A Man's Last Stand" porta avanti la collosa avanzata cadenzata dei riff, per un pezzo che rimembra i Sabbath della prima guardia nel suo incedere quasi marziale, involandosi poi su luminescenze di synth e vocalizzi sentiti. L'album viaggia tutto su queste premesse e sul solido dualismo tra riff rocciosi e synth melodici, proponendo ogni tanto variazioni sul tema come nella ballad pseudo-medievale dal sapore hard rock della title-track, le evoluzioni prog di percussioni e chitarra di "Delirium" e "Dreary Angels", fino alla potente e sentita cover di Falco "Out Of The Dark", seguita dai medievalismi conclusivi di "Der Pakt". Un album pregno di forza ed esperienza, dalla durata forse un po' troppo ampia e che pecca dell'assenza dei testi nel libretto, ma di sicuro successo tra gli amanti del genere e tra lo zoccolo duro di fans che attornia il progetto.
Lorenzo Nobili