23-06-2015
RED SUN REVIVAL
"Identities"
(Echozone)
Time: (52:14)
Rating : 8
Già col debut album "Running From The Dawn", uscito poco meno di tre anni fa, la band inglese guidata da Rob Leydon (ex Voices Of Masada) si è guadagnata la fama di act su cui puntare senza indugi per tutti gli amanti del goth-rock e della darkwave di qualità. Impeccabile per professionalità e qualità di suono, il quartetto (che in studio si avvale del drummer d'eccezione Simon Rippin, da tempo nel giro degli ultimi Fields Of The Nephilim) ha rilasciato lo scorso settembre una gustosa anticipazione del secondo album con l'EP "Embers", confermandosi come garanzia di qualità per scrittura ed esecuzione. La nuova fatica prosegue nel solco tracciato, andando a rifinire sino alla perfezione formale canzoni costruite in maniera impeccabile, decisamente guitar-based ma con ampi spazi per le tastiere ed il lavoro ai cori ed al violino elettrico di Christina Emery quali elementi in grado di elevare il tasso qualitativo globale. Sempre rispettosamente devoto allo stile forgiato dall'immortale Carl McCoy, Rob conduce le danze con la sua voce scura e penetrante, capace di quel pathos dolente che non può mancare ad un songwriting passionale come quello dei Red Sun Revival. Il goth-rock intenso e raffinato degli albionici è spesso squisitamente arioso (le sofferte "Premonition" e "Four Walls", la già nota "Mistakes"), ma capace anche di solide tracce come l'up-tempo "Echoes" e la decisa "Fade In Time", per una ricercatezza strumentale mai ridondante che conduce sempre a refrain ineccepibili. Il pregiato intreccio sfugge abilmente alla spigolosità degli inutili arzigogoli, tant'è che la band sa essere di fatto estremamente diretta, melodiosa e a tratti finanche più 'luminosa', come nella conclusiva "The Awakening" o nella pregevole "In Your Name", mostrando quindi anche un buon potenziale commerciale. Fra i momenti migliori di un lavoro equilibrato ed incisivo vi sono senza dubbio sia la 'part I' di "The Condemned", di gran pathos fra le avvolgenti raffinatezze strumentali, che soprattutto la dolente e drammatica "The Reckoning", vero picco emotivo dell'opera. Le superiori capacità strumentali e l'esperienza compositiva dei Red Sun Revival fanno la differenza in una scena dove in troppi vogliono solo rifarsi direttamente ai numi tutelari: Leydon e soci hanno le loro influenze, ma le riversano in un approccio che sa sfruttare le frecce al proprio arco per sviluppare una propria identità. Più che abbastanza per seguirne con attenzione la carriera, aspettando quella zampata decisiva che simili musicisti potrebbero presto piazzare.
Roberto Alessandro Filippozzi