23-06-2015
AD INFERNA
"Opus 7: Elevation"
(Advoxya Records)
Time: (52:33)
Rating : 7
Uscito circa un anno fa, questo settimo album degli Ad Inferna è destinato ad essere ricordato come l'ultimo per la band francese, stando a quanto il nucleo principale (VoA VoXyD e VV Arkames) ha dichiarato pubblicamente ad inizio primavera. Problemi vari, fra cui quelli logistici, hanno fatto di questo passaggio in casa Advoxya l'ultimo lascito del duo, che per l'occasione si è avvalso di ben cinque voci femminili, oltre alla presenza di Morfeus (fondatore di quei Limbonic Art che influenzarono molto il debut degli stessi Ad Inferna) in un brano fuori concept ed a quella di Vasi Vallis (Reaper, NamNamBulu) per il conclusivo remix bonus dell'edizione fisica in digisleeve. Non una fine preannunciata, ma curiosamente questo ultimo capitolo suona quasi come un 'tributo' all'intera discografia precedente, senza magari essere spietato e black-oriented come il debut del 2002 "L'Empire De Sens", ma cedendo comunque parecchio in termini di raffinatezza e lasciandosi alle spalle quel certosino perfezionamento in ottica harsh-ebm elaborato coi più recenti "Ultimum Omnium" (2012) ed "Im Mortelle" (2013). Escludendo il remix (prima cadenzato e poi più moderno) di Vasi per "Soumission" ed il pezzo con Morfeus (la sontuosa, sinfonica e teatrale "InVisible", che cresce via via con forza metallica), restano dodici brani tutti collegati come in un unico flusso, dove però si alternano in maniera netta solidi brani da club e pregiati intermezzi dal gusto più raffinato. In onore al passato, e soprattutto al follow-up di rientro del 2009 "Trance-N-Dance", la ruvida chitarra distorta torna a farsi sentire - specie all'altezza dei refrain - nelle tracce più danceable come le vorticose "Soumission", "Sans Elle", "Délivrance", "Non-Existence", "Elle Est Moi" e la profetica "Fin De L'Histoire". I succitati intermezzi spezzano la grande intensità dei brani più muscolari con intriganti suoni oscuri alternati a piano ed impennate sinfoniche, coi vocalizzi femminili a svettare mirabilmente; il picco dell'opera è senza dubbio rappresentato da "Sans Retour", piccolo gioiello atmosferico carico di pathos che ribadisce quanta cura ed abilità interpretativa la band abbia sempre riposto nella costruzione di melodie e cantati. Sebbene "Ultimum Omnium" resti la vetta qualitativa raggiunta dai Nostri, "Opus 7" è comunque un più che dignitoso commiato: adieu!
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.advoxya-records.com/