02-06-2015
PROYECTO CRISIS
"Under Control"
(Advoxya Records)
Time: (64:35)
Rating : 5.5
Il progetto del cileno Felipe Alarcón, passato nelle fila della Advoxya nel 2012 con l'EP "Made In Remix", giunge con "Under Control" al secondo album a circa cinque anni da "Made In Chile" (a sua volta preceduto dal debut del 2008 "El Juego De La Muerte", in realtà più un corposissimo EP che non altro). Una lunga attesa che se da un lato ha prodotto gli auspicabili risultati in termini di fisiologica crescita (qualità di suoni e produzione, cura degli arrangiamenti etc..), dall'altro non ha portato modifiche sostanziali nell'assetto del progetto: il sound si conferma una furiosa, ribollente e vorticosa harsh-EBM muscolare, danceable e stracarica di groove, col consueto apporto di melodie di derivazione techno ed una voce rigorosamente furiosa. Il problema con "Under Control" è il medesimo della maggior parte dei lavori di ambito harsh-EBM: la pressoché totale assenza di varianti, con l'acceleratore dei bpm sempre ben premuto in ottica da club... Peccato, perché un artwork che si sposa maliziosamente col titolo dell'opera e dei testi di dura critica sociale nei confronti del Cile come del resto del mondo potevano costituire una base interessante da sviluppare con qualche buona variante ritmica e melodica, anziché il contorno per un'incessante sfuriata dove non si tira mai il fiato... Certo si sente la maggior cura riposta nella costruzione dei brani, talvolta anche con buoni ricami melodici ("Salva Tu Mundo", "Señor Jesús", "La Educación No Se Vende", "What Is War"), sempre e comunque con frenetica intensità, ma in un lavoro che consta di ben 15 brani c'era tutto lo spazio per tentare soluzioni atte a diversificare un songwriting decisamente troppo unidirezionale. Non bastano certo un paio di ospitate per vocals più 'clean' (Ammen in "Sólo Un Trofeo" e Neon Roads in "El Asesino") a spostare gli equilibri di un disco troppo omogeneo, ed è fuori di dubbio che la sfida per il musicista di Santiago sarà quella di aprirsi a soluzioni differenti e più variegate, onde evitare una stasi potenzialmente deleteria.
Roberto Alessandro Filippozzi
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