18-05-2015
CAMOUFLAGE
"Greyscale"
(Bureau B)
Time: (55:04)
Rating : 8
Il celeberrimo trio tedesco, autentico colosso del synthpop con oltre trent'anni di carriera alle spalle, mancava all'appuntamento con un nuovo album in studio da qualcosa come 9 anni, ossia dall'uscita di "Relocated"... Nel mezzo solo la corposa celebrazione dal vivo "Live In Dresden" del 2009 ed un paio di raccolte lo scorso anno, ma l'attesa era ovviamente tutta riservata al nuovo album, che finalmente vede la luce dopo un lunghissimo silenzio. E mentre i Depeche Mode, che dovrebbero essere il faro dell'intero movimento synthpop, ci 'regalano' i loro dischi peggiori (ottenendo paradossalmente ancor più successo!), i Camouflage continuano - pur con tempistiche dilatate - ad alimentare la fiamma del miglior pop elettronico europeo sfornando dischi sempre interessanti e ricchi di buone canzoni, giammai 'di routine' come qualcuno potrebbe aspettarsi da un act così longevo. "Greyscale", ennesimo opus di una storia iniziata nel lontano 1983, non fa eccezione, consegnandoci una band sempre in gran forma e capace di curare al meglio tutti quei dettagli che elevano la caratura delle canzoni, senza risparmiarsi in fatto di ospiti (a partire dal preziosissimo apporto del chitarrista Volker Hinkel) per dare ad ogni sfumatura il giusto peso. "Shine", primo singolo estratto, apre l'album con la consueta classe ed un coro tutto da cantare, seguito a dovere dalla più sinuosa e 'dark' "Laughing" e dalla passionale "In The Cloud". "Count On Me" è un'altra potenziale hit con l'apprezzato Peter Heppner (ex Wolfsheim) quale asso nella manica per cantare il refrain, mentre la raffinata title-track, interamente strumentale (come anche altri due brani, segnatamente "Light Grey" e "Dark Grey"), colpisce per la bella melodia di flauto su basi squisitamente tenui. 'Classe' è un termine che ricorre di continuo quando si scandaglia un album dei Camouflage, e l'elegante e fascinosa "Still", verosimilmente il miglior brano del lotto, ce ne dà piena dimostrazione con le sue pregiate strutture, laddove il ritmato up-tempo "Misery" punta invece su di un'incisività conseguita in pieno. Anche l'eleganza è una componente irrinunciabile nel songwriting dei Nostri (sempre ben guidati dalla versatilità vocale di Marcus Meyn), come ribadito dalla più rilassata "Leave Your Room Behind"; "End Of Words" pone l'accento sulla grande intensità dell'ennesimo refrain impeccabile, mentre la fine e più rarefatta "I'll Find" chiude i giochi con fare suadente ed il consueto buon gusto melodico di Heiko Maile nel condurre le macchine. Ennesimo tassello pregiato in una carriera importantissima: una certezza per chiunque si diletti col synthpop di qualità superiore.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.camouflage-music.com/