31-03-2015
INCA BABIES
"The Stereo Plan"
(Black Lagoon Records)
Time: (54:38)
Rating : 6.5
Ci sono band o solisti che passano attraverso la storia della musica senza lasciare traccia non per mancanza di talento, quanto piuttosto per una collocazione errata nello spazio (leggi: paese di provenienza) o nel tempo (momento in cui realizzano i propri lavori). Gli Inca Babies sono però l'eccezione a questa regola. Provenienti dalla Manchester di metà anni '80, location perfetta per la loro wave post-punk, hanno forse sempre sofferto di un qualche complesso di inferiorità con le altre band della scena, oppure semplicemente hanno subito una certa mancanza di personalità. Fatto sta che dopo quattro studio album e un live, il quartetto capitanato dal vocalist Harry Stafford decide, nel 1987, di chiudere la storia per dedicarsi ognuno ai fatti propri. Dopo 23 anni, nel 2010, ricompaiono per pubblicare uno scarso "Death Message Blues" che, nonostante le critiche, inietta nuova linfa alla voglia di fare musica del quartetto. Nel 2012 il loro sound sembra migliorare con l'uscita di "Deep Dark Blue" e adesso, a due anni di distanza, i Nostri ci riprovano con questo "The Stereo Plan", che non aggiunge né toglie nulla al precedente. "The Stereo Plan" è un disco divertente e spensierato nella sua malinconia, dove i Nostri si divertono a miscelare il garage con il deathrock, lo psycho-billy con massicce dosi di attitudine punk e qualche refolo di psichedelia. Nascono così pezzi come "Devilfish Anarchy" o "Damnation", nonché l'ottima "Absolute Leader Of The World". "The Stereo Plan" è un disco compatto e ben suonato, lontano dalla dimensione del capolavoro o della pietra miliare, ma divertente e fruibile da un'ampia gamma di pubblico. La domanda, semmai, è se gruppi come gli Inca Babies abbiano ancora qualcosa da dire. La risposta è ovviamente soggettiva e dipendente dai gusti dei singoli. Tuttavia preme ricordare come il quartetto mancuniano sia fra coloro che portano avanti un discorso musicale con coerenza e dedizione, senza curarsi della parte commerciale ma anteponendo ad essa quella artistica. E non è cosa da poco.
Ferruccio Filippi
https://www.facebook.com/incababies