18-03-2015
SEIJ MINUS AÇ
"Black Acuity Suddenly Diagonal"
(Sonic-X)
Time: (78:49)
Rating : 6.5
Che ai giapponesi piaccia violentare le proprie macchine per trarne rumore sonico è cosa risaputa, e benché operi in territori più orientati verso l'electro-industrial rispetto ai veri e propri noisiers alla Merzbow, anche il buon hAj è stato sedotto dalla scuola noise. Il musicista di Tokyo, che si dichiara apertamente ispirato all'opera di Johann Sebastian Bach, aveva esordito col suo progetto Seij minus aÇ nel lontano 2002, segnatamente con l'album "Less Physical Vortex", sfoggiando un sound multistratificato, astratto e caotico decisamente lontano dalle tipiche scorribande harsh-electro di molti suoi compagni d'etichetta, e in definitiva tutt'altro che facile da decifrare. Sfugge il motivo per cui ci siano voluti 13 anni per un seguito, ma infine l'attesa seconda prova è realtà, ancora una volta grazie all'attenzione della Sonic-X: un ritorno a suo modo più 'accessibile' grazie a strutture più ritmate e melodie meno 'sepolte', ma sempre caratterizzato da una profonda stratificazione che colora di scuro - rendendolo opprimente - un assunto strumentale anche stavolta distorto, astratto e caotico. Se le vocals continuano ad 'annegare' in un mare di effetti distorcenti (con tutti i pro ed i contro del caso), l'uso più marcato di beat vagamente danceable fornisce quel dinamismo che mancava ad un debut infinitamente più rigido, criptico ed arduo da digerire tutto d'un fiato. Le stratificazioni soniche erigono muri senza preoccuparsi troppo di variare suoni e soluzioni, e spesso è la concitazione ritmica a farla da padrona, come dimostrano "Great Chasm", "Lapis Lazuli" (coi synth che mimano accenni techno), la vorticosa "Young Galaxy", la stridente title-track e la più solenne "Deaths Flow". Non manca la ferocia, evidente in episodi quali la tesa e ritmata "Neutron Star" o la serrata e dura "Negativity", così come non difettano certe utili varianti come l'ossessiva "Semitransparent", capace di un bel finale ambient, o la più sottile e serpeggiante "Remote", o ancora una "Astrotrauma" più intricata e finanche teatrale. In chiusura troviamo ben sei remix (firmati da nomi come Mechanical Moth, Kaos-Frequenz, Intent:Outtake etc...), utili a fornire riletture più dirette e club-oriented per brani diversamente troppo abrasivi per il dancefloor, ad eccezione di quello più ambientale curato da Wille Zur Macht per "Semitransparent". Progetto non certo facile ma in crescita rispetto al lontano esordio, indubbiamente bisognoso di limare a dovere le moltissime asperità - anche a livello di resa audio - di un suono fin troppo cervellotico, ma potenzialmente interessante per chi preferisce qualcosa di più ostico rispetto alla solita harsh-EBM schematica e prevedibile.
Roberto Alessandro Filippozzi
https://www.facebook.com/SonicXRecords