24-02-2015
ANTONELLO CRESTI
"Solchi Sperimentali"
(Crac Edizioni)
Time: (260 pag.)
Rating : 8
Per capire il senso della nuova operazione editoriale di Antonello Cresti, musicista e ormai affermato saggista, basta leggere una frase contenuta nell'introduzione, significativamente intitolata "Solchi sperimentali: segnali di vita", che recita così: "Un locale qualsiasi, una cittadina qualunque ... Le stesse facce assenti che si guardano si¬lenziose e un po' depresse, letteralmente sopraffatte dalla "tappezzeria sonora" propinata loro, che da sottofondo di¬viene protagonista assoluta". E ancora: "...peccato che quella musica, di solito terribilmente ripetitiva nei temi e nei ritmi, demenziale nei contenuti lirici, non sia affatto protagonista, non sia affatto un fine, ma un mezzo, subdolo e velenoso, per il vero progetto di questa società, ossia la rimozione di ogni forma di radicamento e di identi¬tà. Quelle persone non ascoltano affatto quella "musica", ma da essa sono usati, violentati, sodomizzati...". Mai parole furono più vere. In effetti fra 'sentire' e 'ascoltare' c'è una bella differenza e, in generale, l'uomo medio di pasoliniana memoria preferisce sentire più che ascoltare. Vuoi per pigrizia, vuoi per mancanza di riferimenti, ci siamo lasciati inglobare all'interno di un mondo musicale piatto e ripetitivo, dove conta più l'apparenza che la sostanza. Per fortuna la musica moderna, grazie a un manipolo di coraggiosi, ha saputo sviluppare un antidoto alla mercificazione attraverso proposte che escono dai canoni della musica di massa, una specie di 'deep web' sonora alla quale hanno attinto spesso anche i musicisti mainstream. Cresti, moderno Virgilio, ci porta alla scoperta del mondo sotterraneo, attraverso le recensioni di 300 e più dischi fondamentali per lo sviluppo della musica alternativa. Un viaggio nella memoria per riportare alla luce gli ascolti di una vita, quando nemmeno si immaginava che in un futuro prossimo sarebbero nati gli mp3 e che la musica sarebbe stata contenuta in supporti grandi poco meno di un unghia. L'ascolto di ogni vinile era un rituale i cui strumenti erano il panno oleoso e la spazzolina per la pulitura, vero segreto per la buona conservazione di un disco. Quando la puntina del piatto cominciava la sua lenta navigazione fra i solchi del vinile, la magia iniziava ed eri costretto ad ascoltarlo tutto, quel disco che avevi appena messo. Niente avanzamento veloce né salto di brano: per il tempo che durava, le orecchie si fondevano con i diffusori, si usciva dal mondo reale e nella stanza si materializzava l'ectoplasma dell'artista o della band che stavi ascoltando. È da questa esperienza totalizzante, ripetuta centinaia di volte, che nasce questo libro. In "Solchi Sperimentali" non ci sono barriere né geografiche né di genere. Si va da Battiato al black metal, dagli Psychic TV ai Royal Trux, tanto per fare qualche esempio. Ma sarebbe impossibile e inutile fare un elenco di tutto ciò che è recensito sulle pagine del libro. "Solchi Sperimentali" è un compendio ben fatto di ciò che la musica 'altra' ha avuto da offrire, utile per scoprire cose sconosciute, ma anche per cercare di capire dove la musica moderna non convenzionale può andare per continuare ad incrinare un pochino alla volta le pareti della pattumiera musicale in cui siamo finiti.
Ferruccio Filippi
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