26-01-2015
NANOVOICE
"I Sell Sex"
(Mozcito)
Time: (50:35)
Rating : 6
Esordisce con quest'album dal sarcastico titolo e dall'esplicito artwork il quartetto berlinese NanoVoice, sin qui sconosciuto ma smanioso di emergere nella scena electro meno convenzionale. Con ben tre voci (quelle spesso 'rappate' di Mils e Phillah e quella più 'clean' e melodica di Sklas) ed il supporto di una ruvida E-guitar, la band tedesca prova a sfilarsi dagli schemi più usuali della scena ottenendo risultati alterni, vuoi per la mancanza di forti individualità, vuoi per un amalgama ancora da trovare fra influenze altisonanti (Pet Shop Boys, Erasure) e la voglia di suonare a tutti i costi 'diversi'. Beat ballabili guidano sia l'iniziale intro che momenti riusciti come la carismatica "Treibsand" e la solida "Flying High"; bene anche la più ruvida e cadenzata title-track, il mid-tempo ben costruito "Rainbow", l'azzeccata ballad elettroacustica "Melancholie" e le buone atmosfere della conclusiva "Zeig Mir", sebbene manchi un vero e proprio 'picco' in grado di trainare l'intero album. Se la performance vocale di Sklas si rivela funzionale, specie nei refrain, quelle sin troppo grezze di Mils e Phillah lasciano più di un dubbio e, nel loro voler seguire stilemi altri senza saperli padroneggiare e/o contestualizzare, non apportano ai brani quella freschezza che si vorrebbe, facendoli anzi zoppicare vistosamente. I restanti episodi, come "3 Seconds", "Stop", "Technogirl" etc, dicono poco e testimoniano di un'alchimia ancora da trovare da parte di una band il cui songwriting ricorda a volte quello altalenante dei Massiv In Mensch, senza però quei picchi di cafoneria tipici dei più longevi connazionali. Sufficienza comunque meritata per un progetto che in prospettiva, una volta trovata la strada giusta e l'assetto migliore, potrebbe far bene, nella speranza che una crescita ad ogni livello, possibilmente unita ad una profonda revisione del tremendo 'look' sfoggiato (!), si manifesti in tempi brevi.
Roberto Alessandro Filippozzi