11-12-2014
VV.AA.
"Label Noir Vol. 2"
(LeLabelNoir)
Time: (76:40)
Rating : 7
Seconda operazione di archeologia musicale - quattro anni dopo il primo volume - per l'etichetta francese LeLabelNoir, che sembra avere come missione il recupero di artisti e pezzi più o meno conosciuti del panorama degli '80. La decade in questione, che fu periodo d'oro per industrial e synthpop, ben si presta a questa operazione di recupero di piccoli gioielli dimenticati, che hanno avuto spesso il merito di influenzare in maniera diretta o indiretta molti act più conosciuti. In quell'epoca, infatti, si stava diffondendo una notevole cura e professionalità nella preparazione artigiana della musica, e al tempo stesso non c'era ancora la prepotente invadenza di Internet, dove puoi trovare tutto, rarità comprese, con un semplice click, cosa senza dubbio comoda ma assai poco romantica. L'incipit del CD è affidato al sound industrial etnico dei Cabaret Voltaire, mentre la seguente "Nocturnal Children" viene sempre dal repertorio di uno dei componenti del gruppo di Sheffield, ovvero Richard H. Kirk, che qui si cimenta con un pezzo minimale con accenni al synthpop più sperimentale e ai Kraftwerk. La successiva "Laughing Box" viene da Zeebox, ovvero una metà dei Future Sound Of London, e si presenta come un interessante esperimento ritmico di ipnosi post-industriale. Altrettanto affascinate è "Nothing Is True" dello svizzero Carlos Peron, prolifico autore che vanta decine di release dal 1981 fino ai giorni nostri. Con i Dokument, invece, si entra nell'underground più nascosto. Svizzeri come Peron, hanno realizzato un solo album, "Dok-U-Ment" del 1983, da cui propongono la cybercavalcata techno-punk di "Live In Fear". Dopo il classicone dei Clock DVA "Transitional Voices", la ricerca fra i meandri degli '80 prosegue con "Fear For Losing You" dei belgi Twilight Ritual, attivi continuativamente dal 1982 al 2003 e poi tornati con un 10" due anni fa, autori di un bell'esempio di elettronica vintage. Un tris di assi come In The Nursery, Alien Sex Fiend e Attrition fa da introduzione al pop/wave industriale di "Decomposition" di John Bender, misterioso compositore statunitense dedito ad autoproduzioni reperibili solo via mailorder, autore di sette release dal 1980 al 1983. Anche i Fab Two hanno avuto vita breve e misteriosa, partecipando a cassette e compilation di varia natura senza mai rilasciare un album a proprio nome. Tuttavia la loro "Shadows On Vega" si presenta minimale e percussiva, e anticipa di anni l'esplosione di quella che sarà l'IDM. Ascoltando invece "This Hour's Mine" dei We Be Echo, si ha l'impressione che Trent Reznor abbia avuto frequenti ascolti dell'opera del progetto di Kevin Thorne, mentre la conclusiva "Trapped" dei newyorchesi Dark Day è il pezzo più gotico di tutta la compilation. Al netto di qualche concessione a nomi più noti, "Label Noir Vol. 2" è un ottima operazione di riscoperta di solisti, band e progetti spesso frettolosamente caduti nel dimenticatoio per non esser stati in linea con le mode del tempo. Le classiche persone giuste nel momento sbagliato, che adesso possono avere una nuova chance di venire apprezzate. Con questo sampler, LeLabelNoir si pone come soggetto ideale per la diffusione di rarità del passato, sperando che, con il tempo e l'esperienza, possa arrivare ai livelli di un'etichetta come la Editions Mego.
Ferruccio Filippi
https://myspace.com/lelabelnoir