04-11-2014
FRIGHT NIGHT
"Life Eternal"
(Sound Age Productions)
Time: (45:53)
Rating : 6.5
Secondo album a quattro anni di distanza dal primo per questa band russa capitanata dal duo vocale composto dalla profonda voce femminile di Marianna Lukianova e dalla sua controparte più cavernosa e vibrante di Alexey Ovsiyenko, quest'ultimo presente alla registrazione dell'album nonostante il nuovo percorso lirico che ha voluto intraprendere negli ultimi anni. Nel gap che separa le due opere molto è cambiato, e tra cover e live vari l'ensamble ha optato per una dipartita definitiva dalle sonorità più varie ed interessanti dell'esordio "The Play Of Pain" del 2010 (che, saldamente ancorato alle vocalità differenti eppure similmente malinconiche dei due leader, spaziava piacevolmente tra ambient, gothic rock caldo e ripulito ed accenni post-rock, per un'opera con potenzialità da non sottovalutare) per approdare su lidi decisamente più commerciali di stampo gothic metal. Sull'onda di connubi similari per ogni traccia (pesanti riff cadenzati, pianoforte malinconico, predominanza di lirismi vocali da parte della cantante, synth ad hoc e gutturali contributi del cantante), questa seconda fatica in studio opta per un più sicuro percorso ridondante del quale ci si stanca presto, seppur arrangiato molto bene e senza sbavature o eventuali sbilanciamenti nel mixaggio. Ogni elemento, dalla chitarra della lead singer al basso graffiante di Victor Kaesh, dalle percussioni di Andrey Ischenko alle tastiere di Marina Tsherba, è perfettamente incastonato in un mosaico che tenta di ricreare le atmosfere melanconiche e fredde dell'esordio riuscendoci solo in piccola parte (basti pensare a pezzi che accompagnano la chiosa dell'album come "Fatality", "Ice" o "Galatea"), risultato purtroppo ottenuto tramite l'utilizzo di armonie ed arrangiamenti più diretti e pesanti del tutto simili tra loro a mano a mano che si prosegue con l'ascolto, riducendo il lavoro ad una semplicistica 'opera metal' nella quale i tentativi di svolta non mancano, ma finiscono per risultare parte integrante del 'già sentito' generale e non spiccano come dovrebbero in mezzo al piattume sonoro che prevale. Facendo rimpiangere i propri esordi, l'act russo, che avrebbe tutte le carte in regola per proporre opere di gran lunga più complesse, articolate e dal messaggio emozionale veicolato meglio, cede alle leggi di mercato con un'opera ben eseguita, dalle sonorità più aggressive, ma che di nuovo ha poco o niente.
Lorenzo Nobili
http://eng.frightnight.ru/eng/