03-08-2007
LUX INTERNA
"God Is Not Dead For The Birds"
(Eis & Licht/Audioglobe)
Time: (56:12)
Rating : 8.5
A tre anni dal valido "Ignis Mutat Res" la band newyorchese guidata dai coniugi Gentzke torna col terzo lavoro sulla lunga distanza, nuovamente curato da quella Eis & Licht che ha preso per mano la carriera dei Lux Interna sin dal 10" di debutto del 2001 "Truth And Beauty And All Their Severity". In molti nella scena neofolk tendono a ricordare più che altro gli esordi acerbi del gruppo americano ("Absence And Plenum", primo full-length pubblicato nel 2002, mostrava ancora evidenti limiti), il quale comunque aveva già fatto registrare notevoli passi in avanti col follow-up del 2004 di cui sopra, pur lasciando qualche perplessità fra i cultori della scena... Spesso diciamo che il terzo album di una band corrisponde al disco della maturità, ed in moltissimi casi ciò corrisponde al vero: in tal senso non fanno eccezione i Lux Interna, i quali, con una formazione ora allargata a quintetto (con l'ingresso della violoncellista Katherine Trimble), tornano dopo tre anni di silenzio con un lavoro che evidenzia fortemente il conseguimento dell'auspicata maturità artistica. Un titolo suggestivo per l'opera più raffinata ed affascinante dei Lux Interna, i quali fanno registrare grandi progressi anzitutto in termini di produzione, complice l'ottimo lavoro svolto dal collaboratore e producer Doug White: con un suono così ben calibrato e nitido le nuove canzoni sono letteralmente libere di dipanarsi con assoluta naturalezza, per un risultato piacevolmente arioso, melodioso e suadente. Ma i passi in avanti non si fermano certo alla resa sonora, anzi: è la band al completo a mostrare i miglioramenti più significativi, e ci riferiamo tanto alle capacità tecniche quanto a quelle esecutive. Limato sapientemente ogni spigolo, il gruppo dimostra grande classe tanto in fase di arrangiamento quanto nelle scelte melodiche, e di pari passo sono cresciute le capacità vocali di Joshua Levi Ian Gentzke e della sua bella mogliettina Kathryn, oggi capaci di esprimersi al meglio in un intreccio di cantati che è già un marchio di fabbrica per Lux Interna. Questa rinnovata raffinatezza sonora e la conseguita maturità portano la band a realizzare quello che è indubbiamente il proprio apice artistico: nascono così canzoni assolutamente mirabili come le appassionate e malinconiche ballate folk "Into Nothing (Blackwatersong)" e "Fallen", l'impetuosa "West Of Eden", la passionale "Blossoms", la melodica ed intensa "Under The Leaves Of Light", l'accattivante "Your Lily White Hands" (ottima l'accomodante scelta ritmica), la mastodontica "Aporia Waltz" (che nei suoi oltre 14 minuti si evolve fino a divenire una litania marziale di grande effetto) ed il bizzarro e cupo atto conclusivo "Russian Thistle", senza scordare il trittico "Lacuna", ovvero tre brevi momenti strumentali ottimamente congeniati. Nessun rischioso esperimento: stavolta i Lux Interna avevano le idee ben chiare, e sono riusciti ad accorpare una serie di intense canzoni dal piglio cantautoriale finemente rifinite, superbamente arrangiate ed ottimamente eseguite, dimostrandosi compositori ormai maturi e di livello superiore, oltretutto dotati di una spiccata vena poetica che manca a troppe altre band, nonché di un retrogusto folk 'americano' che ben si sposa al taglio acustico ed agli accenti neoclassici su cui l'album poggia. Forse nemmeno questo sarà abbastanza per entrare definitivamente nella storia del neofolk, ma quel che è certo è che i Lux Interna sono una band che, piuttosto che far parlare di sé per un uso ambiguo di certa simbologia o altre provocazioni simili, preferisce farsi apprezzare per le proprie qualità artistiche: esse appaiono oggi indiscutibili, e l'invito a scoprire questa piccola grande realtà statunitense è rivolto tanto a chi ancora non si è avvicinato alla musica del quintetto quanto a chi, per un motivo o per l'altro, non era riuscito ad apprezzarne i lavori passati. Tanta bravura e tanta classe sono qualità che non possono passare inosservate.
Roberto Alessandro Filippozzi