07-07-2014
XENTURION PRIME
"Mecha Rising"
(Progress Productions)
Time: (60:12)
Rating : 7.5
Nato dalle ceneri dei disciolti Code 64, il progetto Xenturion Prime si compone di Bjørn Marius Borg (voce) e di Hans-Olof Mattsson (suoni), decisi a continuare l'avventura nel mondo della musica electro dopo i tre album e la manciata di EP realizzati con la precedente incarnazione. Rispetto al future/synthpop dei Code 64 il suono di Xenturion Prime appare nettamente più vario, pur facendo tesoro dell'esperienza maturata negli oltre dieci anni di attività precedenti, peraltro celebrati da più parti, nonostante non fossero in pochi a tacciare di scarsa incisività il progetto originario. Incisività che invece non manca a "Mecha Rising", album d'esordio del duo norvegese (preceduto lo scorso anno dal singolo digitale "Rise") il cui suono è stato descritto dagli stessi protagonisti come 'powersynth', definizione fantasiosa ma decisamente calzante. Aperto dalle movenze futuristiche e da soundtrack della strumentale "Mecha", l'album entra nel vivo con la già citata "Rise", solido mid-tempo dal refrain possente che denota un uso di soluzioni anche ruvide e distorte, nonché la predilezione di Bjørn per il vocoder, che a più riprese supporta la performance vocale. C'è tanto groove anche nei frangenti più synthpop-oriented, come nella melodiosa "Transmissions", e sia la costruzione che l'apporto melodico funzionano sempre bene ("Vermilion" e la fatidica electro-ballad "Realms"), ma il meglio in tal senso ci viene offerto da "Radiant", traccia profonda il cui bel refrain rivela come i Nostri non abbiano timore di combinare alle vocals qualche sano urlo di pura rabbia 'harsh'. Quando invece i ritmi si infiammano in chiave future-pop nascono brani travolgenti come la scattante "Second Nature", le energiche "Voyagers" e "Skyline" e, soprattutto, la vorticosa e cattiva "Elite", tutte condite a sprazzi da vocals crude e brutali; fra i picchi dell'opera vi è senza dubbio "Ignition/Power Up", che parte all'insegna del beat carico di groove, per poi cambiare ritmo e supportare dei notevoli cantati, mentre la chiusura, affidata a "Beyond Infinity", rimanda alle sonorità strumentali sfoggiate in apertura. L'esperienza maturata negli anni precedenti ha senza dubbio giocato a favore di questo debutto (disponibile anche nell'edizione autografata con bonus-CD, limitata a 200 copie), magari non rivoluzionario, ma ben assortito e ricco di spunti molto più interessanti e stimolanti di quelli che all'epoca ci fornirono i Code 64: con queste premesse ci si possono aspettare cose anche migliori per il futuro, e l'ascolto è caldeggiato a chi dall'elettronica più melodica pretende energia, fisicità e costrutto.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.xenturionprime.com/
http://www.progress-productions.com/