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Room 107

05-05-2014

ECHOES OF YUL

"Tether"

Cover ECHOES OF YUL

(Zoharum)

Time: (77:07)

Rating : 7

Produzione anomala per la Zoharum, che per l'occasione mette da parte la ben nota sperimentazione post-industriale per prendersi cura di un giovane progetto polacco con all'attivo due album ampiamente apprezzati da un pubblico trasversale. Gli Echoes Of Yul sono fautori di uno stile incrociato che vede il punto focale in un doom denso, basato su riff chitarristici imponenti, commistionati a basi sintetiche che creano un substrato ambientale battuto da percussioni oscure di matrice post-rock. "Tether" è quasi una celebrazione della band, strutturato su soli quattro inediti affiancati da ben sette rivisitazioni di altrettanti autori alle prese con 'vecchi' pezzi del duo. Nonostante i singoli progetti si approccino in modo diverso al sound degli Echoes Of Yul, permane in tutto il lavoro un'elevatissima qualità tecnico-artistica che riesce a dare valore anche alle interpretazioni più inaspettate. La palma del pezzo più curioso spetta sicuramente al remix degli Iconaclass, a metà tra rap e hip-hop, modaiolo quanto basta. Per contro il glitch oscuro, arricchito da rumori e para-orchestrazioni, giostrato da Different State suona quasi come un classico se accostato ai riff battuti da percussioni roboanti di James Plotkin e Steve Austin, i primi più aderenti al proprio percorso personale, i secondi stilisticamente vicini ai brani d'origine. Magnetica la prova del semi-sconosciuto Stendek, che mantiene - come altri - l'impianto rock e ritmico variandolo con una dose massiccia di elementi elettronici. Maciek Szymczuk, raffinato cesellatore di toni ambientali, piega verso il minimalismo astrale alla Steve Roach reinventando "The Tenant" con un gioco a togliere. Chiude la carrellata un remix degli stessi Echoes Of Yul, che ripercorrono sé stessi amplificando la carica post-rock di "Last". L'effetto finale è quello di un album percorso da venature diverse: la linea principale, dettata dalla band polacca, annulla l'effetto compilation in favore di un grande affresco tonale dotato di una macrostruttura uniforme. Un disco molto più affabile e diretto di quanto si possa pensare. Bella anche la confezione in digisleeve 'ecopak' a sei pannelli.

Michele Viali

 

http://echoesofyul.bandcamp.com/

http://zoharum.com/