21-04-2014
KARMA MARATA
"Nepal 23 / Ein Abschied"
(SkullLine)
Time: (79:06)
Rating : 7.5
Nonostante il progetto sia stato fondato da Marcel Kleemann nell'ormai lontano 2002, il marchio Karma Marata è stato apposto solamente su di un paio di uscite: lo split d'esordio in CDr del 2010 "...And Still Remain" con Kristian Giorgini e, due anni dopo, l'album in CD "Das Sturmläuten". Ora esce questo nuovo full-length che, stando a quanto si evince dalle poche informazioni reperibili, rappresenta l'ultima pubblicazione per una band ormai già scioltasi ("Ein Abschied" si può infatti tradurre come "un addio"), e quindi una sorta di epitaffio per la breve parabola artistica del quintetto tedesco. L'act della Turingia aveva ben figurato in passato, sia con lo split che con l'album di cui sopra, mantenendosi aderente al filone military pop con piglio drammatico, grande trasporto emotivo ed evidenti rimandi al sinfonico/marziale, per un suono sicuramente non innovativo ma decisamente più interessante di molti gruppi che, specie in terra germanica, hanno basato tutto o quasi su esili e ripetitivi giri di chitarra acustica e poco più, ancorandosi a quegli essenziali stilemi neofolk che per Marcel e soci non sono mai stati il perno attorno al quale far ruotare tutto. I Karma Marata hanno infatti sempre potuto contare su di un songwriting più completo ed appassionato, anche in questo disco di congedo, come si evince da subito sia con la triste "So Geh Nun Fort" che con la più dolce e pianistica "Lost And Forgotten"; la vera marcia in più giunge dalla presenza di Jenna Rot (degli Enter And Fall), che presta la sua voce ad alcuni brani, e in particolare alla nuova versione della magnifica "In Meinen Augen Stirbt Die Welt" (tratta dallo split con Giorgini e leggermente modificata anche nel titolo), altro superbo esempio del pathos irradiato dai Nostri, palpabile nei quasi 12 minuti di durata. L'album tiene fede alle aspettative offrendo valide varianti all'interno di un buon lavoro di scrittura e rifinitura, e non mancano brani particolarmente riusciti: dalla marziale e minacciosa "Glanz Der Leis Verfällt" alla dolce ballata folk "Summer Ends", passando per tutti quei momenti dove la vocalità si sdoppia nel binomio maschile/femminile col prezioso apporto di Jenna, ossia la soave ed epica "Die Flucht", la sontuosa e possente "No Days Of Glory" e l'atto conclusivo "Black Roses On Dead Hills", fra calzanti samples corali e sornione movenze electro che si sposano ad accenti sinfonici. Bene anche le collaborazioni, in particolare quella con Igniis ed Husen per l'arcigna "Our Throne In Hell", industrialoide e velenosa nei suoi toni più elettronici, ma si lasciano apprezzare anche gli sforzi congiunti con Spreu & Weizen (nella vibrante e sofferta "Red Nights In Paris") e Schattenspiel (nell'altrettanto sofferta ma più evocativa "Falling Down"). La durata complessiva risulta un po' ostica nei suoi quasi 80 minuti, e senza dubbio pezzi poco incisivi e non così fondamentali come "Ein Schwarzer Tag" e "Staub" potevano rimanere fuori dal dischetto senza che se ne sentisse la mancanza, ma immaginiamo non si sia voluto lesinare proprio perché di epitaffio si tratta... 300 le copie prodotte - e numerate a mano - per l'edizione standard in jewel-case, più ulteriori 50 della 'special edition' con in aggiunta un CDr contenente altre 14 tracce: questo l'addio di una band di valore che, a conti fatti, avrebbe meritato maggiori fortune e miglior sorte.
Roberto Alessandro Filippozzi
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