19-02-2014
CRYO
"Retropia"
(Progress Productions)
Time: (57:31)
Rating : 8.5
Introdotto lo scorso settembre dall'EP "In Your Eyes", arriva finalmente - a quattro anni di distanza dal secondo ed eccellente album "Hidden Aggression" - la terza fatica sulla lunga distanza per il progetto di Martin Rudefelt, accompagnata da una bella sorpresa: l'ingresso in formazione di Torny Gottberg, titolare della Progress Productions e mente dei compianti Project-X. Con tale rinnovato assetto, Cryo prosegue il proprio viaggio attraverso un'elettronica raffinata, scura e fredda ma capace di grande intensità, nonché di emozionare grazie alla forza delle melodie ed all'efficacia di cantati ben levigati ma energici quando serve. Caratteristiche che abbiamo imparato a conoscere bene soprattutto con "Hidden Aggression", e che oggi risaltano ancor di più grazie all'ulteriore passo in avanti in termini di rifinitura, maestria nel catturare l'atmosfera e qualità globale (anche a livello di suoni, davvero ottimi), come dimostra da subito "In Your Eyes", song dal groove coinvolgente e di rara classe, perfetta per i dancefloor più oscuri e con un refrain che sa sferzare con la giusta durezza. Cryo sa infondere al songwriting la giusta solidità, e la cattiveria dell'acida e tesa club-song "Believer" è lì a testimoniarlo, mentre "The Portal" spinge sull'enfasi drammatica nel suo groove circolare, fra melodie impeccabili ed il gran pathos profuso. Più volte in passato abbiamo accostato l'act svedese ai propri connazionali Covenant, e "Common Man", soffusa e pulsante electro-ballad notturna di enorme pregio, né è l'ulteriore magnifica dimostrazione, laddove invece la macchinosa "I Use You" è misteriosamente avvolgente e riporta in auge intensità e durezza. Bene l'acida "Too Much" e la velenosa "Shelter" dai ritmi retrò, così come la cosmica e magnetica "Yesterday"; il finale è affidato alle tre parti di "So Close": sottile ma pulsante e con vocoder in evidenza la prima (in odore di Schiller), più groovy e caustica la terza, ma la migliore è senza dubbio la seconda, carica del giusto pathos drammatico e ricca di splendide soluzioni cinematiche. Un finale degno di un'opera completa ed efficace in ogni sua parte, per mano di un act che, non pago di aver già ampiamente dimostrato di essere fra i migliori dell'ottima scena electro svedese e di avere tutta la personalità che serve per competere al top del settore, continua a guardare avanti con la volontà di superarsi ogni volta, riuscendovi puntualmente: riconoscerne i mirabili risultati è davvero il minimo che si possa fare.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.progress-productions.com/