12-02-2014
SIEBEN
"Each Divine Spark"
(Redroom)
Time: (48:02)
Rating : 8
Dieci album in quindici anni di onoratissima carriera discografica sono il significativo traguardo raggiunto dall'apprezzato violinista/cantante britannico Matt Howden, personaggio di spicco di una scena che lo visto protagonista assoluto anche in una lunga serie di memorabili collaborazioni, da quella storica con l'amico e compagno di tante avventure Tony Wakeford (Sol Invictus) al favoloso album realizzato nel 2012 assieme ai polacchi Job Karma sotto la sigla 7JK. Di questo grande artista ed autentico gentleman abbiamo imparato a conoscere pressoché tutto, dalle dinamiche con cui crea le proprie magie sonore sul palco alla poesia che trasuda dai suoi ispirati versi, cantati con quella voce inconfondibile e con una passionalità sconfinata. Immaginarci stravolto questo suono così consolidato ci parrebbe una bestemmia, perché questo è ciò che è Howden nel rapporto unico e simbiotico col suo strumento, da cui cava tutto quel che serve per creare canzoni che sono pregiati pezzi di alto artigianato musicale. "Each Divine Spark" prosegue nel profondo solco tracciato, con modalità di registrazione non così dissimili da quelle utilizzate nei live e con il gradito apporto di qualche ospite: Michael Eden (alla chitarra su due brani), Jo Quail (al violoncello in un pezzo, e con la quale Matt divide il nuovo progetto Rasp), Sarah Jay Hawley ed April Howden (entrambe alle voci, in particolare la prima, presente in cinque diversi frangenti). Il groove ritmico che Matt genera picchiettando sulla cassa del suo inseparabile violino sa catturare sempre la giusta intensità, esaltata nella sua enfasi passionale da cantati carichi di fascino e magnetismo come di rado si ascolta. La collaudatissima formula trova i suoi momenti migliori nel ritmo ipnotico della sontuosa "Written In Fire", della più suadente "In This Place", della solenne ed evocativa "A Firebug Nature" e della raffinata e struggente "Sleep, Clara Bow"; le soavi melodie che il Nostro adagia sopra alla ritmica seducono e appassionano come sempre, e colpisce positivamente l'apporto delle vocals femminili, che si fondono splendidamente ai cantati di Matt in bei momenti quali l'ariosa "She Is There", la più istrionica "The National Anthem Of Somewhere", la dolce e delicata "All In Vain" e l'intensa danza "Afterglow". L'inappuntabile produzione (curata dalle mani esperte dello stesso Matt) e la bella confezione digipack dotata di ampio booklet completano il quadro dell'ennesimo eccellente lavoro di un artista che non fallisce mai, forte di una inesauribile fiamma interiore che genera quelle 'scintille divine' a cui allude il titolo: quelle che innescano una creatività superiore da cui scaturisce qualcosa di unico e assoluto, come la musica firmata da Sir Howden. Sempre sincero, ispirato, sensibile ed appassionato, e quindi sempre meritevole dell'affetto che l'intera scena nutre per lui.
Roberto Alessandro Filippozzi
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