16-07-2007
ROTERSAND
"1023"
(Dependent/Masterpiece)
Time: (58:10)
Rating : 7.5
Tra una decina di anni, in un ipotetico discorso sui migliori dischi electro usciti in questa decade, il nome dei Rotersand sarà certamente presente con il masterpiece "Welcome To Goodbye", il loro secondo full-lenght, che ha letteralmente aperto nuove strade per tutto il movimento elettronico alternativo. Molto probabilmente, invece, "1023" non sarà neppure nominato, non perché si tratti di un brutto disco, tutt'altro, ma solo perché è un tassello troppo maturo, troppo ricercato, coraggioso ma allo stesso tempo difficile da assimilare in un sol colpo. Così i Rotersand, come i Covenant del resto, sono finiti nell'andare oltre, rinunciando ad una facile catalogazione e rinunciando soprattutto al dischetto 'usa e getta' pronto ad essere divorato dalla massa danzante del sabato sera. Se "Rushing" è l'opener che non ti aspetti, "Don't Know" è un episodio quasi scanzonato che piace e non piace, l'intrattenimento che ci proietta nel vero capolavoro del disco: quella "Lost" armata di un groove avvincente, un crescendo di emozioni che sfociano nel magnifico refrain (dai forti connotati future-pop)... e, pensandoci bene, un brano del genere spazzerebbe via decine e decine di album a dir poco mediocri. Si continua con l'introspettiva "I Am With You", una perla di rara intensità, seguita a ruota da "I Cry", che a dir la verità nella melodia della voce ricorda un po' troppo la storica "Stranger" dei Clan Of Xymox, ascoltare per credere! "Shelter" è invece un intermezzo percussivo che però vale la metà della magnifica "Storm" presente sul precedente full-lenght, una sorta di introduzione per la parte conclusiva dell'opera, che si dimostra sempre variegata e mai banale, sia nella scelta dei suoni che nella struttura stessa delle song, un puzzle in continua evoluzione. A tal proposito merita una citazione la splendida "I Don't Remember", un altro brano incalzante nel classico stile Rotersand che si conclude con un finale da sballo, perfetta convulsione di assoluta eleganza elettronica. Insomma, per i tre tedeschi "1023" rappresenta in parte un nuovo inizio, obiettivamente meno entusiasmante rispetto al precedente capitolo, ma che ribadisce ancora una volta l'immensa classe cristallina di un sound riconoscibile tra mille altri... Un disco per soli intenditori, la cui anima dovrà essere catturata lentamente, guardando lontano, oltre l'orizzonte.
Chemnitz