11-01-2014
SHATOO
"Nothing That I Wouldn't Do"
(Sub Culture Records)
Time: (27:57)
Rating : 8
Che un sacco di reunion siano state architettate solo per far cassa è cosa risaputa, ma per fortuna c'è anche chi torna in pista dopo un lungo silenzio perché riscopre la magia di fare musica, avendo in effetti ancora qualcosa da dire. Questo è decisamente il caso dei norvegesi Shatoo, spariti dalle scene per ben 25 anni (!) dopo un paio di album ed una manciata di singoli fra l'87 e l'88 che riscossero un buon successo in patria, vendendo oltre centomila copie e raggiungendo i vertici delle charts. La dorata decade volgeva però al termine, ed i Nostri, nonostante l'uso della lingua inglese, non si guadagnarono la dimensione internazionale di altri più blasonati nomi dell'epoca, finendo per sciogliersi. Il 2013 è l'anno della rinascita per la band, dapprima con questo nuovo singolo di alcuni mesi fa, edito nel tipico formato slimcase, e poi con l'EP "Floodlights" (uscito da pochissimo); l'attuale line-up vede, a fianco dei fondatori Dag Brandth e Calle Varfjell, due tastieristi e producer del calibro di Geir Bratland (ex Apoptygma Berzerk e Dimmu Borgir) e Per Aksel Lundgreen (Angst Pop, Chinese Detectives, Cronos Titan, Rossetti's Compass ed anch'egli ex Apoptygma Berzerk, nonché titolare della Sub Culture Records), oltre all'aiuto fornito in fase di produzione da Roy Digre (Technomancer, Laboratory 5). Con questo nuovo ed importante assetto i Nostri tornano in grande stile e con estrema fiducia nei propri mezzi, sfornando con "Nothing That I Wouldn't Do" - presentata nel 'radio edit' - una hit a dir poco micidiale: il sound aderisce ancor più nettamente al synthpop rispetto al passato, mantenendo vivo lo spirito creativo e l'estro che muoveva i gruppi pop-oriented nei dorati 80s, per un brano fresco, ritmato, frizzante, carismatico, trascinante e con un refrain a dir poco irresistibile. Synthpop di razza, di quello che ti entra immediatamente in testa per non uscirne più, esaltato da una produzione praticamente perfetta. La traccia viene ripresa in altre quattro versioni, tutte curate dal giro di progetti dei musicisti coinvolti: Angst Pop e Technomancer esaltano l'ariosità ed i tratti da club nella 'single version', mentre nel suo remix Technomancer dimostra come un pezzo così riuscito funzioni benissimo anche se pompato vigorosamente in chiave future-pop; piace l''electroclash remix' di Laboratory 5, molto creativo e ben congegnato, nonostante il tutto suoni semmai più vicino alla dubstep, mentre il 'retro pop remix' firmato Rossetti's Compass punta con successo ad una rilettura più scarna, diretta e pratica. L'accoppiata Angst Pop/Technomancer torna nel finale per il remix 2013 di "Dangertown", singolo tratto dal debut album dell'87 "A True Story", caricando la traccia di una solidità tutta nuova, per un aggiornamento difficile da immaginare migliore di così. Sarà pure solo un singolo, ma si tratta davvero di una grande song e potenziale hit, e se queste sono le premesse, allora possiamo davvero aspettarci grandissime cose dall'album attualmente in lavorazione. Bentornati!
Roberto Alessandro Filippozzi
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