29-12-2013
MONICA RICHARDS
"Kindred"
(Danse Macabre)
Time: (55:19)
Rating : 8
Gli statunitensi Faith And The Muse mancano ormai all'appuntamento con un nuovo studio-album dal 2009 (e chissà se mai ne arriverà uno, visto che l'altro membro fondatore William Faith ha messo in piedi il nuovo progetto The Bellwether Syndicate...), e la loro celebrata e stimata singer ne approfitta per portare avanti la propria carriera solista, giunta con "Kindred" - che arriva a poco meno di due anni dal precedente "Naiades" - alla terza prova sulla lunga distanza. Non sbaglia la tedesca Danse Macabre a definire "Kindred" l'opera più personale della Richards, non solo perché - come lei stessa afferma - quasi tutti i brani sono stati ispirati dagli animali della sua vita, ma anche per un songwriting mai prima d'ora così libero di spaziare oltre i generi ed oltre quella propensione etno-wave sfoggiata coi precedenti capitoli. Non che la matrice etnica sia svanita, come dimostrano la title-track (dove Monica usa la voce come uno strumento), una "Under The Bridge" ben fornita di groove ed intensità e l'evocativa "The Enchanted Mirror". Ma in un lavoro dove regna sovrano il magnetismo, corroborato dall'ampio uso di campionamenti naturali (specialmente di animali, rielaborati anche per creare i pattern ritmici) ed esaltato dal contributo dei prestigiosi ospiti, non mancano gustosi spunti sinfonici (la viola di Paul Mercer nella triste "Let You Go"), suadente raffinatezza ("Undulatus Esperatus", con la chitarra acustica di Caroline Jago ed il basso di Steve Niles, quest'ultimo determinante anche nella genesi del vibrante e teso rock di "Gil's Theme"), groove (l'ottima "50 Euro Boy", con la Jago al basso e Lesley Malone alle percussioni, e la più fisica ed algida "Lalala Song") ed almeno un singolo da dare in pasto a chi è legato all'anima più diretta e rock-oriented della Richards (l'efficacissima "Fall", creata col contributo fondamentale di Justin Stephens). Detto che "Penelope" è una breve incursione pianistica dell'omonima gatta della Nostra (!), fra i momenti più alti e suggestivi di un lavoro così ricco di umori e sfumature figurano tanto la misteriosa e sussurrata "The Bird And The Snake" (realizzata con Steve Willet, che fu al fianco di Monica negli storici Strange Boutique), con le sue evocative melodie senza tempo, quanto la fine, appassionata e malinconica "Speak", così come merita di venir menzionata fra le cose migliori anche la versione squisitamente notturna che Monica - nuovamente assieme a Justin Stephens - realizza per "Sparks", brano del repertorio dei Faith And The Muse. Un songwriting di più ampio respiro, carico di pathos anche nei frangenti più minimali e meno assoggettato a precise correnti stilistiche fa di "Kindred" l'album più gustoso, calibrato e riuscito della Richards, la cui magnifica voce è sempre una gioia per l'apparato uditivo, anche quando l'elettricità vibrante dei Faith And The Muse viene meno. Una garanzia.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.monicarichards.com/
http://www.dansemacabre-group.com/