05-11-2013
SYNTHETICA
"The City Of Dis"
(Danse Macabre)
Time: (68:23)
Rating : 5
Nati solamente sul finire del 2010, gli olandesi Synthetica hanno già esordito per la Danse Macabre a fine novembre 2012 con l'album "The End Of It All", ed è la stessa label tedesca a rilasciare il follow-up a meno di un anno di distanza. Il sound, a cavallo fra harsh-EBM, dark-electro ed electro-industrial, mostra un miglior bilanciamento a livello ritmico/melodico rispetto al debut e guarda spesso e volentieri al dancefloor con buona fisicità, ma permane il problema di fondo che già minava l'operato del combo, ossia una voce troppo cruda e impietosamente memore di certo (brutto) metal estremo per risultare adatta ad un simile contesto. Va bene la ferocia, che è una precisa scelta d'indirizzo, ma anziché certa rozzezza di stampo metal servirebbe lavorare sugli effetti e provare veramente a cantare, prendendo spunto da quanto fatto non soltanto dai migliori nel campo (:Wumpscut:, The Retrosic), ma anche solo da quegli onesti musicisti che stanno un gradino sopra lo standard. Sono quindi le vocals, mediocri e inadeguate (salvo che nella lenta e cadenzata dark-electro della lunga "A Cruel Vindictive And Hateful Life", dove se non altro lo stile adottato ha senso), ad affossare un lavoro che di certo non propone nulla di sorprendente o rivoluzionario, basato com'è su soluzioni e schemi ben noti, ma che a livello strumentale lascia intravedere se non altro sprazzi di una certa efficacia. Non sono infatti male episodi come la carismatica e raffinata "Impuls Industrialisierung", la serrata scheggia dance "Immune Deficiency" e l'incalzante mid-tempo "No Cure For This Disease", e ancor meglio fanno "Purgatory" e la title-track, due song che mostrano i progressi in fase di costruzione ed arrangiamento dei Nostri, seppur penalizzate anche queste dalla prova vocale. Cantati da dimenticare a parte, c'è ancora parecchio da fare anche sul piano strumentale, non solo a livello di produzione (dignitosa, ma niente di più), come dimostrano momenti tremendamente grossolani - tanto quanto l'immagine del trio e la veste grafica del CD - quali "Cocytus", "Tohu Bohu", "Distress Caller" e "Ofelia", ma soprattutto quella sgraziata "Maschinenstürmer" che è stata inspiegabilmente scelta come opener e per il videoclip... Staremo a vedere se la band olandese si renderà conto di cosa sia imperativo modificare nei propri assetti, perché persistere con una voce così limitante vorrebbe dire precludersi la possibilità di crescere e farsi largo in una scena che non ha alcun bisogno di altri sterili mestieranti.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.dansemacabre-group.com/