15-10-2013
DYNAMIC SYNDICATE
"Higher State Of Consciousness"
(Echozone)
Time: (43:48)
Rating : 8
Fanno ritorno sotto la sempre attiva Echozone i Dynamic Syndicate, a un anno di distanza dal discreto debutto "Noises" sempre per la medesima etichetta. Un ritorno ben accolto, se si considera che questo nuovo "Higher State Of Consciousness" è un disco nettamente superiore al precedente, mostrante un'evoluzione inedita e congeniale. Il duo di Colonia (Sascha Schneider e Alex Riedl) ha aggiunto in pianta stabile un terzo elemento, il batterista Jens Silz, e ha confezionato un potente disco di electro-breakbeat ancora molto influenzato dal rock tagliente e orecchiabile, ma anche dai Prodigy, band di cui il trio desidera sempre ricordare l'influenza. In realtà il disco mostra una band evoluta, matura, in grado di lasciare alle spalle l'electro-metal dell'esordio per approdare verso lidi più variegati. Ne sono una prova "Way To Justice" o "Just Unreal", danzerecce al punto giusto, decisamente più elettroniche, senza quel tripudio di pennate elettriche del debutto e più sinfoniche dal punto di vista tastieristico. "The Death Comes Slowly" mostra invece quell'anima più rockeggiante, ma molto più calibrata e funzionale, per una song che non sfigurerebbe come singolo, in grado di entrare in testa, anthemica e scatenata. "In The Dark" invece appare cadenzata e minacciosa, svelando l'anima inedita del trio, ormai un combo dedito all'atmosfera e a composizioni più profonde. Discorso diverso per la splendida "Raise Your Head Up", all'inizio minacciosa e in crescendo, per poi esplodere in un mix di elettronica, rock e sfuriate breakbeat da club. Davvero il brano più riuscito, che da solo quasi impone l'acquisto dell'album. Ancora un tocco decadente e oscuro in "No More Chance", per un lavoro davvero maturo e sorprendente. Un'evoluzione riuscita per il trio tedesco, ormai una delle stelle emergenti della scuderia Echozone, che ha atteso pervicacemente la crescita della band e si è meritata adesso di stampare uno degli highlight dell'anno. Il giusto connubio tra electro e rock, ricco di venature oscure e intimiste. Un must obbligato, per una band fresca, pronta inoltre a solcare adesso i palchi d'Europa. Qui da noi dobbiamo accontentarci di andare a caccia di quest'ottimo album.
Max Firinu
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