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Room 107

08-10-2013

DER BLUTHARSCH AND THE INFINITE CHURCH OF THE LEADING HAND

"The Cosmic Trigger"

Cover DER BLUTHARSCH AND THE INFINITE CHURCH OF THE LEADING HAND

(WKN)

Time: (58:57)

Rating : 7

Continua imperterrita la 'rinascita' di Albin Sunlight Julius, fu Der Blutharsch, peraltro con una prolifica produzione (terzo disco in due anni questo "The Cosmic Trigger"). Non è necessario più spendere parola sul nuovo corso intrapreso dal cantautore austriaco, sempre più riluttante nel ricordare il passato (pare rida delle sue foto in abiti militareschi d'inizio carriera) e rinnegante il filone martial/neofolk. Un nuovo disco intriso di acido, psichedelia anni '70, minimalismo pinkfloydiano e un'estetica da figli dei fiori. Questa volta, però, il disco è completo di un secondo CD, dove a remixare l'intera opera c'è nientemeno che Geoffrey D. di Dernière Volonté. Nulla di così eclatante, se si considera che l'album di remix non fa altro che approfondire la ricerca allucinogena del Nostro, al massimo con qualche arrangiamento elettronico, ma troppo sperimentale e variegato. È però anche la prima pubblicazione doppia dal cambio di monicker, cosa che potrebbe attrarre quei collezionisti rimasti fedeli anche dopo la svolta, visto che ormai del vecchio pubblico solo loro possono ancora risultare interessati ad approfondire Der Blutharsch. Non serve rimuginare sul passato. Ci si trova di fronte a una prova comunque buona, forse inferiore rispetto alle precedenti, ma non priva di quel disgraziato fascino che non viene comunque a mancare in casa Julius e compagni. Una lista infinita di partecipazioni, tra cui di nuovo Matt Howden, fanno di "The Cosmic Trigger" l'ennesimo tassello della storia di un act che ha almeno avuto il coraggio di osare, senza troppi scrupoli. Perché riguardo a Julius è meglio vantarsi del suo coraggio, che l'ha portato a svestire i vecchi panni che lo hanno reso celebre, sino a mettere oggi, in questa sede, falli priapici in copertina e sulla serigrafia del disco. Da evitare per chi ha l'istinto di riascoltare con nostalgia "When All Else Fails!", e viceversa invitante per chi apprezza la musica leggera in tutte le sue sfaccettature, senza paraocchi, e magari con quel gusto tipico di Woodstock. Comunque un disco coraggioso, che ricorda però l'attiva e sempre viva partecipazione della scena neofolk anche per capitoli al di fuori del genere. Chissà che un giorno la strada aperta da Julius non venga seguita da più colleghi...

Max Firinu

 

http://www.derblutharschandtheinfinitechurchoftheleadinghand.com/

http://www.hauruck.org/