14-09-2013
DOCETISM
"Endura"
(Bunkier Productions)
Time: (54:30)
Rating : 7.5
Da quando il business ha occupato i territori della musica, dove un tempo battevano cacciatori di talenti veri scovandoli nel buio di qualche club, ogni cosa che riguarda un gruppo o un interprete o un cantautore si è appiattita, a partire dalla musica fino al nome stesso. Trovare quindi un progetto che fa del monicker un manifesto programmatico è già cosa piuttosto rara. Per Docetismo infatti si intende quella corrente di pensiero che ritiene che la natura umana e quella spirituale siano opera di due divinità separate, una materiale e corrotta e una spirituale, pura e perfetta. Al di là di considerazioni meramente filosofiche, il dualismo materia/spirito entra prepotentemente nel sound proposto dal progetto polacco, mescolando in quest'album (un CDr datato fine 2012 e rilasciato in digipack, ad oggi unica delle dieci release firmate Docetism ad essere uscita nel formato fisico) atmosfere ambientali a ritmiche talvolta semplici ma molto spesso complesse. L'opening "Deer", ad esempio, si adagia sofficemente su di un tappeto ritmico creato da loop elettronici, insistente e ipnotico. Field recordings con suoni animali ricreano un quadro pittorico fatto di nebbie e paesaggi brumosi, luoghi adatti all'introspezione malinconica. Guardando dentro sé stesso, il progetto alterna momenti di buio totale, come in "Apodeipnon" o in "Dark Night Of The Soul", ad altri in cui si scorge qualche barlume di luce, come nella title-track o in "Baptism". Proprio quest'ultimo pezzo sembra evocare in maniera forte l'immaginario religioso che permea l'opera di Docetism: il battesimo è visto come strumento di purificazione dalla negatività della carne, come via per il raggiungimento della luce. Al di là dell'essere d'accordo o meno su tali impostazioni, colpisce la lucidità e la coerenza con cui la parte teorico-filosofica del pensiero dell'artista è portata avanti. I brani sono quindi dieci suite elettroniche che riprendono le istanze del post-industrial arricchito da field recordings, dub, ambient e da un uso sapiente e non eccessivo di drones. "Endura" è un lavoro difficile e ipnotico, affascinante e imponente come la natura a cui sembra attingere per l'ispirazione. A tratti forse soffre un po' di monotonia nella scelta dei suoni, ma nel complesso è un lavoro che funziona alla grande.
Ferruccio Filippi
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