08-07-2007
EISENHERZ
"Eisenherz"
(Curzweyhl/Masterpiece)
Time: (43:48)
Rating : 4
Curioso vedere come una label quale la tedesca Curzweyhl possa passare con tanta disinvoltura da una pregiata perla come il nuovo album dei Faun ad un debutto da dimenticare come quello del seven-piece teutonico qui in esame, peraltro passando da sonorità neomedieval di gran classe ad un gothic metal pretenzioso e dozzinale... Oltretutto le note ufficiali, altisonanti come poche altre, arrivano a paventare addirittura la creazione da parte della band del nuovo genere 'meta-gothic-metal', dilungandosi in spiegazioni che stridono con la realtà dei fatti, almeno a livello prettamente sonoro (sui testi non possiamo pronunciarci, essendo tutti in tedesco)... La verità è che i sette musicisti hanno ancora le idee poco chiare, e la loro miscela sonora si rivela un indigesto, noioso e prolisso polpettone a base di richiami rammsteiniani elargiti a piene mani, riff di scuola metal triti e ritriti, ritmi tirati (talvolta vagamente in odore di Fear Factory), assoli chitarristici fuori luogo ed un vocione che, nel suo tentativo di sembrare cattivo, passa dallo stile-Rammstein (a sua volta derivato dai Laibach) al cantato gutturale tipico di certo metal estremo... Di buono, come la bio sottolinea, ci dovrebbero essere gli inserti neoclassici, le vocals femminili ed un certo uso del synth, ma il condizionale è d'obbligo, dal momento che tali elementi rappresentano sempre e solo un misero contorno nelle canzoni degli Eisenherz, non entrando mai realmente nel processo creativo e rimanendo relegati a quello di 'rifinitura' ed arrangiamento, quasi non si volesse andare oltre il semplice accenno... Spesso, poi, la band perde la visione d'insieme della canzone, finendo col mettere in fila un'accozzaglia di riff scontati fra soluzioni tragicamente inflazionate, e ciò dimostra come sia l'approccio compositivo stesso a rappresentare un limite per il gruppo, al quale manca la necessaria abilità per riuscire a confezionare qualcosa di realmente funzionale... Solo "Die Seele Brennt" evidenzia una melodia più catchy, ma è un tentativo tanto isolato quanto poco riuscito, e non sarà una produzione pur rocciosa a salvare canzoni così prive di personalità... Tutto da rifare, dunque, per gli Eisenherz, i quali dovranno completamente rivedere i propri schemi (abbandonando certi eccessi 'metallici') se vorranno davvero giungere a realizzare qualcosa di interessante ed appetibile.
Roberto Alessandro Filippozzi