16-08-2013
[HAVEN]
"Noir"
(Zoharum)
Time: (48:07)
Rating : 7
Con un percorso artistico in continuo divenire, partito da lidi industrial ed ambient nel 2005 grazie al supporto della War Office Propaganda/Rage In Eden e approdato nel 2009 con "[Plastic]" alla corte della statunitense Tympanik Audio (massima istituzione in ambito IDM e affini), il progetto del polacco Marcin Jarmulski si è infine accasato presso l'attiva e vitale Zoharum, per la quale ha realizzato nel 2010 il quinto full-length "Amity", ancora orientato verso l'elettronica più spigolosa, arzigogolata ed intelligente che aveva fruttato il deal con la prestigiosa label americana. In questo suo secondo lavoro per la Zoharum, [haven] cambia nuovamente pelle, non solo per l'integrazione in pianta stabile della cantante Ewa Wymyslowska, ma soprattutto per un sound che si stempera di certi umori industrialoidi e di soluzioni macchinose per farsi suadente, notturno, sensuale e - come suggerisce il titolo stesso - noir, ai confini con la downtempo. Descritto come "...il posto dove sesso e desiderio si mescolano col rigetto e la sofferenza", l'album vive di una raffinatezza più lineare che consente ad Ewa di rendersi protagonista coi suoi cantati gentili e perfettamente adatti al contesto sonoro, per un'electro che si muove con ritmo e groove, ma senza alcun tipo di eccesso da club. Momenti come la magnetica "Keep It Close", la fascinosa "The Promise", la più agile e catchy "Exile", la ritmata e sensuale "Atmosphere" (uno dei due singoli digitali assieme all'algida e dolente "Kasper") o la dolce e dimessa "Pray For Nothing" indicano che il duo ha trovato la strada maestra, ed anche se sicuramente l'amalgama deve ancora venire perfezionata (investendo più energie sull'efficacia dei refrain, che in questo contesto può fare la differenza), i risultati sono più che godibili, grazie anche all'indiscussa esperienza maturata da Marcin e ad una produzione più che adeguata. Bene anche la spigolosa e pulsante "Hod", così come le più malinconiche e sfuggenti "It's Amazing There..." e "Road", ed a conti fatti funzionano bene anche i momenti interamente strumentali, come la raffinata opener "Are You Strong Enough?", la più intricata "Oblivion" ed una "Roots" che poggia su di un pregevole tappeto percussivo simil-etnico. Un ritorno decoroso che apre le porte ad un nuovo indirizzo artistico per [haven], nella speranza che il duo prosegua in questo solco alla volta di un affinamento che potrebbe regalare gradite sorprese. Limitato a sole 300 copie nel formato digifile 'ecologico'.
Roberto Alessandro Filippozzi