01-07-2007
FAUN
"Totem"
(Curzweyhl/Masterpiece)
Time: (46:12)
Rating : 8.5
Il terzo album dei Faun, "Renaissance" (uscito giusto due anni fa), aveva letteralmente consacrato il quintetto di Monaco nel 'gotha' della scena neo-medieval, accendendo i riflettori su di una band le cui qualità si sono rivelate indiscutibili tanto in studio quanto nell'intensa attività live. C'era pertanto grande curiosità attorno alla nuova fatica del combo teutonico, legata per lo più all'evoluzione stessa del sound del progetto Faun, che con l'ingresso di Niel Mitra (curatore della parte elettronica) aveva già dato l'impressione di poter finalmente decollare, e magari anche di svilupparsi in maniera differente rispetto ad un passato molto legato agli aspetti più tradizionali. Chi si aspettava però una qualche svolta in stile Qntal e/o Helium Vola rimarrà deluso, perché non è questa la strada che i Faun hanno deciso di intraprendere... La band si è semmai affrancata in parte da certi forti richiami alla musica tradizionale, scrivendo stavolta tutte le musiche e sfruttando gli elementi della tradizione (in fin dei conti in copertina campeggia la definizione spontanea 'medieval paganfolk'...) solo per i testi. Non un cambio di rotta per i Faun, bensì la volontà di porre l'accento sulle proprie qualità compositive (pur non prescindendo mai completamente dalle proprie radici tradizionali), che emergono oggi chiaramente in un sound pregevolmente affinato ed ancor più personale rispetto al recente passato, come dimostra da subito il fine incipit dai toni spirituali "Rad". L'impressione è che sia proprio il lato spirituale dei Faun a spiccare maggiormente nella nuova fatica, sebbene un episodio come "2 Falken" sembri voler andare controcorrente sfruttando ritmi elettronici e persino riflussi dal vago sapore industrial, al punto da rappresentare una potenziale 'hit' (resa tale da un maestoso refrain e da un groove irresistibile) perfettamente in grado di competere con quanto realizzato da Qntal ed Helium Vola. Si torna verso lidi più acustici con l'intensa "Sieben" e la delicata "November", ma la band dà il meglio di sé nella stupenda "Tinta" (autentico gioiello cantato in spagnolo antico dalle soavi voci di Lisa Pawelke e Fiona Rüggeberg) e nella seducente "Unicorne" (costruita attorno ai pregiati ricami d'arpa dell'ospite Jennifer Evans Van Der Harten, proveniente dai colleghi Omnia). Ottima anche la danza strumentale "kaRuna", che ci introduce alla perla "Gaia": un brano evocativo ed in continua evoluzione, capace di emanare un forte senso di spiritualità unito ad un incedere spesso ipnotico di grande effetto. Splendida anche "Zeit Nach Dem Sturm", song in grado di incanalare al meglio la tensione e di sfociare in esplosioni strumentali di grande intensità; ben più delicata la chiusura, affidata ad una "Der Stille Grund" eseguita a cappella da Lisa e Fiona, ottime interpreti vocali dell'Arte dei Faun assieme al leader Oliver Sa Tyr. Un uso intenso e di gran pregio degli strumenti, dalle percussioni di Rüdiger Maul al violoncello dell'ospite Johannes Schleiermacher, dalla sottile elettronica di Niel Mitra al liuto dell'altro ospite Hamid Khezri (senza dimenticare gli strumenti antichi, elementi insostituibili nel bagaglio tecnico/culturale del quintetto), consente ai Faun di tessere trame raffinate arrangiate con estrema eleganza, ottenendo così un sound ancor più completo e personale rispetto a quanto di buono sin qui dimostrato: "Totem" rappresenta pertanto il punto più alto di una discografia di assoluto rispetto, e sottolinea come quello dei Faun sia oggi senza alcun dubbio uno dei nomi di punta del panorama neomedieval mondiale, verosimilmente destinato a rinverdire i fasti (tutt'altro che conclusi, comunque) degli storici Estampie. Da avere, anche in virtù della meravigliosa confezione digibook.
Roberto Alessandro Filippozzi