01-07-2007
FRIGHTDOLL
"Reference Version"
(FrightDoll Records/Audioglobe)
Time: (37:59)
Rating : 7
La scena harsh-electro al femminile, dopo aver trovato in Erica Dunham (Unter Null) un'ottima interprete (che speriamo non si perda per strada dopo l'eccellente "The Failure Epiphany"...), scopre oggi in questa bella bambolona dagli occhi verdi di Ft. Lauderdale (Florida) un nome nuovo da tenere d'occhio per il futuro, viste le interessanti premesse evidenziate in un debut rispettabile come quello qui in esame. La 'bambola che spaventa', pur operando nell'ambito dell'elettronica più ruvida e dura (ma senza sfruttarne i tipici, abusatissimi eccessi), si distingue dalla succitata collega anzitutto nelle vocals, non certo distorte e dilanianti come il genere vorrebbe, ma anzi decisamente più istrioniche, vellutate e dotate di una sensualità lasciva opportunamente torbida, il che rappresenta sicuramente un punto a favore per FrightDoll. Musicalmente parlando, la nostra evita di limitare sé stessa alle facili soluzioni da club ed ai consueti beat iper-distorti, preferendo cesellare un mood malsano che si distingue dal solito assalto frontale tipico dei gruppi harsh, specialmente nell'immaginario evocato. C'è tensione nella musica di FrightDoll, come dimostra il trittico iniziale composto dalla sfrontata "Automated", da "Session Of Expression" e da "Tension", mentre la melodia cupa e fluttuante di "Questions" ci lascia piacevolmente sospesi in un limbo grigio/nero di buon effetto. "Marionette" assume maggiormente i connotati della club-hit mescolando vocals carismatiche e lamenti sguaiati, mentre i beat distorti fanno capolino fra le malinconiche note di piano della convincente "Neutrino Glace"; grande intensità, ritmi macchinosi e synth ariosi vanno a comporre il riuscito mosaico sonoro di "Gravity", laddove invece sono gli intriganti cambi di tempo a rendere effettiva la riuscita "Crash". Bene anche "Version", che ricorda gli Pzychobitch più solidi ed industrialoidi degli esordi, mentre la conclusiva "Strange" ci riporta in zona dancefloor col suo crescendo ritmico/melodico intenso e vorticoso. C'è un certo senso d'inquietudine nella musica dell'artista americana, la quale, pur senza stupire, dimostra di avere il carisma, le capacità e la giusta dose di sagacia per assemblare elettronica solida, accattivante, non priva di gusto melodico e sufficientemente distante dalle solite clonazioni dei vari Suicide Commando, Hocico, :Wumpscut: e compagnia bella. La calzante produzione permette inoltre di godere appieno delle buone intuizioni della Nostra, che di certo farà parlare di sé non solo per la sua indiscutibile avvenenza, ma anche e soprattutto in virtù di un sound intrigante e seducente che, se sviluppato a dovere, potrebbe regalare qualche sorpresa in futuro. Un debutto più che dignitoso, al quale però dovrà seguire un ulteriore indispensabile salto di qualità.
Roberto Alessandro Filippozzi
http://www.frightdoll-records.com/