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Room 105

27-06-2013

VERNEY 1826

"Ex Libris"

Cover VERNEY 1826

(Lichterklang)

Time: (55:40)

Rating : 8

Fra gli svariati act che abbiamo avuto la fortuna di conoscere a fondo e che con la nostra rivista hanno stretto un rapporto di fiducia vi è senza dubbio Verney 1826, progetto tedesco che abbiamo avuto il piacere di trattare a più riprese, l'ultima delle quali lo scorso dicembre in occasione del limitatissimo EP "Quadriga". Accasatosi per l'occasione presso la Lichterklang, l'act guidato da Lionel Verney giunge al traguardo del quarto full-length, realizzato dalla label tedesca in 300 copie: 260 in edizione regolare jewel-case, 40 in una speciale confezione di velluto con bonus-CDr a sei tracce e cartolina scritta a mano. Il nuovo lavoro, sempre magnificamente legato a quelle sonorità neoclassiche dal gusto marziale che Lionel padroneggia ormai ad occhi chiusi, si propone come una collezione di brani legati ciascuno ad un libro o ad un autore (si va da Shakespeare a Tolkien, da Verne ad Umberto Eco ed il suo celeberrimo "Il Nome Della Rosa", e via discorrendo), per quello che lo stesso Lionel individua come un sequel alla splendida compilation "Beyond The Mirror Of Time", prodotta dalla sua etichetta Shelley Schellack nel 2011. Prerogative come di consueto importanti per un lavoro che gode delle fondamentali presenze di una piccola ma significativa schiera di artisti/amici, chiamati a completare il disegno di Lionel: i The Victim's Ball dell'italiano Roberto Massaglia, la singer Anna Aliena e Schattenspiel (act di cui lo stesso mastermind tedesco fa ormai stabilmente parte). Tutti elementi che concorrono a fare di "Ex Libris" l'opera più ispirata e riuscita di Verney 1826, fatto che appare chiaro già dall'opener "The Beggar's Opera" (primo dei due brani scritti assieme al già citato Roberto Massaglia), marziale e maestosa. La marzialità si manifesta finemente sottile in "Lúthien" (dove la bella voce di Anna Aliena apporta il giusto spirito lirico), più drammatica e plumbea in "To The Moon" e più tesa e severa nella conclusiva "Ruhe Vor Dem Sturm" (realizzata con Schattenspiel), senza mai prendere il sopravvento sull'animo sinfonico che guida il progetto di Lionel, onde scongiurare il rischio di accodarsi ai canoni martial/industrial più in voga al momento. La bellezza del suono di Verney 1826 emerge in tutto il suo ricercato splendore in ogni frangente, dalle dolci melodie antiche di "Henry IV" ai toni barocchi del clavicembalo di "Der Gefangene Von Chillon", dal triste piano in coda ad "Alles Still" (ancora con Anna Aliena, stavolta attraverso spoken words) al caos controllato di "L'Eternal Adam". Ma è la parte centrale dell'opera a raggiungere le vette più alte mai toccate da Verney 1826: l'eccelsa "Penitenziagite!" gode di un magistrale crescendo d'intensità barocco e della teatralità vocale di Roberto Massaglia (che confeziona degli spoken words in italiano, oltre che in latino), ed anche l'inquietante e cupa "Mr. De Winter" sfodera un possente crescendo; semplicemente magnifico l'intreccio melodico di "Fireflies", antico ed esotico, mentre "Mrs. De Winter" è l'episodio dai toni più squisitamente notturni ed oscuri di tutto l'album. Se non avevamo più alcun dubbio sulle capacità realizzative e sul gusto melodico e compositivo del mastermind tedesco, ci rallegriamo di come egli sia riuscito a trovare la necessaria ispirazione per superarsi, realizzando la sua opera più completa e meglio prodotta a tutti i livelli: non è davvero più il caso di nutrire dubbi su di un act di siffatta caratura, se eravate fra quelli che ancora ne avevano.

Roberto Alessandro Filippozzi

 

http://www.reverbnation.com/verney1826

http://lichterklang.com/